Abbiamo lasciato i Sensate sotto le grinfie di Whispers in una situazione claustrofobica, con Will e Riley che cercano di sfuggire con corpo e mente. Finalmente però riescono a trovare un po’ di pace, occasione che permetterà alla storia principale di rallentare per far ritornare tutti e otto nella loro quotidianità, con le difficoltà del caso. Sun deve affrontare il fratello e uscendo dalla prigione fa degli incontri significativi con il suo passato. Nomi trova un modo per non essere più ricercata e ha l’occasione per confrontarsi con la sua famiglia. Wolfgang e Kala affrontano il loro sentimento provando a non sopprimerlo più. Riley dovrà andare a Chicago e attraverso di lei Will soffrirà per tutto ciò che ha perso a casa sua. Capheus grazie alla stima conquistata con il Van Dam entra in politica, mettendo a repentaglio la sua vita. Lito dopo il suo outing perde il suo agente e la possibilità di fare film d’azione. Eppure questo lo porterà ad avere nuove soddisfazioni e a sentire l’affetto di Hernando e Dani.
La seconda stagione di Sense8, girata unicamente da Lena Wachowski, mostra il suo lato più sensibile e umano. Alla fine di ogni vicenda è l’amore a trionfare, l’unico modo per poter sconfiggere i propri demoni è capire chi si è. Infatti la seconda puntata (che segue lo speciale natalizio visto pochi mesi fa) ha il titolo Who am I? e questa sarà la domanda ricorrente della stagione. I senzienti scoprono da dove provengono e perché sono differenti e soprattutto che non sono soli. La loro è una specie differente e sono milioni, tutti perseguitati dalla BPO. A questo punto la lotta diventa più feroce e stratificata, si creano nuove alleanze e inimicizie.
Questa stagione è costata quasi il doppio della precedente: ogni episodio ha avuto un budget di circa 9 milioni. Girata in tutto il mondo, per realizzarla hanno bloccato il parlamento inglese e 40 quartieri in Corea; un investimento cospicuo che mette in dubbio l’uscita della seguente. Se verrà approvata la terza stagione, eventualmente prevista per il 2019, sarà la conclusiva, proprio a causa dei costi ormai fuori controllo. Le carte in tavola per concludere la storia ci sono tutte e siamo sicuri che non mancheranno colpi di scena per sostenere la visione delle registe e per concludere al meglio quest’epopea su un mondo più rispettoso verso le diversità e la libertà dell’individuo.
I Sensate sono connessi da esperienze extracorporee, viaggiano nello spazio ma anche nell’intimo sentire dell’altro, e il loro rapporto non è solo mentale ma anche fisico, quasi di possessione. Ancor più nella seconda stagione è proprio questo spunto narrativo a venire setacciato per mostrare le fragilità dell’essere umano chiuso nelle proprie paure e la forza della connessione tra gli individui che costituiscono una comunità, una famiglia sociale, per difendersi ed evolversi spiritualmente. Come a dimostrare che non è la tecnologia – un nostro prodotto – a permetterci di sopravvivere, ma l’immaterialità stessa che caratterizza l’esperienza umana come viaggio di interazione.
Un mondo certamente distopico, in cui però possiamo immedesimarci con la suggestione del possibile e grazie soprattutto alla direzione della serie che cerca una profonda veridicità nelle immagini e nell’introspezione dei personaggi. In un momento in cui le grandi esplorazioni puntano ai confini dello spazio, Sense8 invita a non smettere di stupirci per quel che portiamo dentro di noi.
Sense 8: la recensione della seconda stagione della serie delle Wachowski
La serie Netflix ideata dalle sorelle Wachowski e da Straczynski espande la propria mitologia in una stagione dal budget doppio rispetto alla precedente.