Mai come negli ultimi 12 mesi l’industria cinematografica italiana ha sfornato tante pellicole identiche tra loro: pur con qualche notevole eccezione, sembra infatti che in Italia non si possano girare che commedie romantiche e pellicole sul lavoro o la gravidanza.
2night, nuovo lavoro del bravo Ivan Silvestrini già presentato ad Alice nella Città 2016, va fortunatamente in un’altra direzione e, riadattando l’omonima pellicola israeliana del 2001 di Roi Werner, propone il racconto dell’incontro fugace tra due vite, ambientato quasi interamente all’interno di un’automobile nell’arco di una lunga notte.
Matteo Martari interpreta un giovane uomo affascinante ma schivo che viene abbordato in un locale da un’intraprendente e bellissima Matilde Gioli. I due sconosciuti salgono presto in macchina per spostarsi a casa di lei, ma l’impossibilità di trovare un parcheggio unita a una certa riluttanza di lui fanno sì che lo spostamento finisca per trasformarsi in un interminabile girovagare quasi senza meta, in cui la promessa del più banale sesso occasionale finisce per rivelarsi un contatto umano ben più profondo del previsto.
La pellicola di Silvestrini ammicca in modo chiaro ma molto onesto a un target giovane, eppure ha qualcosa da dire anche a un pubblico diverso.
Se infatti il flirt tra i protagonisti può comunque reggere in modo solido l’intero metraggio di 2night, è pur vero che il valore simbolico dello script è la vera forza della pellicola.
L’appiattimento dei rapporti umani su una prospettiva edonistica e lo smarrito vagare che questa comporta; l’ostinato desiderio di un punto fermo – nell’allegoria, il parcheggio – e l’incapacità di trovarlo o mantenerlo; la scoperta di un legame umano e al contempo la fuga da esso sono le tappe di una storia che ritrae in modo stilizzato ma vivido una contemporaneità confusa.
Il film di Silvestrini fa centro nel parlarci di una società in cui la liberazione sessuale è ormai conseguita (e qualora lo script avesse aggiornato il pur diverso copione del 2001 introducendo le dating app, probabilmente sarebbe stata una scelta ancor più apprezzabile) eppure è priva di quella connessione umana teorizzata dagli hippy che si batterono per l’amore libero. È proprio quando alla componente erotica inizia ad affiancarsi un contatto ‘vero’ e inaspettato che il film rivela la sua natura e la sua grande contemporaneità, descrivendo una generazione pur senza ricercare un’indagine o un giudizio.
La regia di Silvestrini ha un grande pregio: suggerisce continuamente l’erotismo in modo piuttosto latente, eppure nei momenti fugaci in cui le è richiesto di essere più esplicita riesce a esprimere una carica sensuale non comune.
In un panorama in cui una forma mentis moralista ci porta ad assistere sempre a storie d’amore quasi solo teorizzato, sospeso tra il dolce stil novo e il platonismo, 2night ha il grande pregio di proporre una storia che vuole nascere come puro sesso, uno scambio vuoto ma divertente che riporta in modo liberatorio lo spettatore a una realtà quotidiana troppo spesso ignorata dal cinema. Nonostante gli sviluppi della trama accompagneranno i protagonisti verso un’evoluzione, la sceneggiatura rimarrà fedele alla visione iniziale e non cederà mai a risolvere il tutto con facili morali puritane. Grande merito va al libero adattamento firmato da tre grandi talenti italiani: Marco Danieli (regista e autore dell’apprezzatissimo La ragazza del mondo), Antonio Manca (anche lui autore del film di Danieli) e Antonella Lattanzi (anche dietro lo script di Fiore).
L’agevole durata di 74 minuti potrebbe comunque risultare in terminabile se non gestita bene, ma i movimenti di macchina e un montaggio sempre interessanti fanno sì che scorra meravigliosamente.
L’idea stessa di un film interamente ambientato in una macchina, infatti, rischierebbe di scoraggiare anche lo spettatore più coraggioso: troppe volte abbiamo visto ambientazioni claustrofobiche trasformarsi in esperienze cinematografiche estenuanti. Fortunatamente 2night è forte di una regia e un comparto tecnico molto solidi, e mentre Silvestrini si muove in ogni modo possibile per non annoiare mai lo spettatore, l’editing di Alberto Masi (di recente visto all’opera anche ne I Figli della Notte) e la fotografia del bravissimo Davide Manca – nome di cui sentiremo sempre più parlare – conferiscono ulteriore solidità all’insieme.
Il film è girato benissimo, ma un giudizio più sfumato si può dare sul casting.
Matteo Martari si conferma un attore di straordinaria bravura e, nonostante lo si veda prevalentemente sul piccolo schermo, viene da augurarsi che venga presto adottato da un numero crescente di registi cinematografici. Con uno script che si regge su dialoghi in uno spazio estremamente ristretto, la capacità di Martari di sottrarre quando necessario e di ‘buttarla’ con naturalezza diventa una delle colonne portanti del film e, nonostante una caratterizzazione da maniaco del controllo che potrebbe risultare poco congeniale alla sua fisicità, risulta sempre credibile.
Un discorso a parte si deve fare per Matilde Gioli, uno dei volti più ‘cinematografici’ della nuova generazione. Non c’è dubbio che se si giocherà bene le sue carte potrà avere un futuro più che felice nel cinema italiano, ma la sua performance attoriale non sembra sempre centratissima. Nonostante un’ottima resa dell’esuberanza del suo personaggio, infatti, propone una declamazione sempre troppo pulita delle battute, mentre la costante ricerca di un contatto visivo – pur fondamentale per il character – e una gestione non espertissima dei volumi vanno a scapito della necessità di una certa dinamica.
Per quanto concerne infine Giulio Beranek, unico altro interprete che appare fugacemente sullo schermo, la brevità del suo contributo non basta a nascondere un’artificiosità quasi teatrale che stona profondamente col resto della pellicola. Ha fatto decisamente molto meglio altrove.
In conclusione 2night non sarà una pellicola perfetta o indimenticabile, ma nella sua brevissima durata si rivela un ottimo showcase del talento di chi vi ha lavorato, capace di creare nello spettatore una viva attesta per i lavori futuri di chi l’ha resa possibile. Non è dato sapere se diventerà un piccolo cult per un segmento più giovanile del pubblico, ma se così fosse non ci sarebbe da stupirsi.
2night sarà nelle sale italiane del 25 maggio.