Cosa si nasconde dietro l’apparente verità di un processo giudiziario e come un avvocato può comprendere quale sia la realtà celata da un presunto assassino? È la domanda dietro la trama di Una Doppia Verità legal drama diretto da Courtney Hunt, che in questo film tenta di indagare sui retroscena di uno spinoso processo penale, mettendo in primo piano la figura dei legali, combattuti tra la verità e la difesa senza riserve dei loro assistiti. Protagonista assoluto Keanu Reeves che interpreta l’avvocato Richard Ramsey, coinvolto nella difesa di un giovane accusato di omicidio.
Ramsey non è il classico legale serioso e assorto nello studio dei fascicoli processuali ma un uomo che sembra andare oltre le convenzioni dedicando il suo tempo alla comprensione e all’ascolto del suo cliente, il diciassettenne Mike Lassiter (Gabriel Basso) accusato di aver ucciso il padre. L’avvocato si trova in una posizione particolarmente difficile perché è uno dei migliori amici della vittima Boone Lannister (Jim Belushi) e di sua moglie Loretta (Renée Zellweger) che ha giurato di aiutare ad ogni costo nella difesa del figlio, chiuso nel silenzio dal giorno del delitto. Un ragazzo da difendere ma anche un caso da risolvere per Ramsey che si ritrova imbrigliato tra il silenzio del suo assistito e la pressione di Loretta che spinge affinché il figlio sia assolto dalle accuse e possa ritornare a casa. Al fianco dell’affascinante avvocato la collega Janelle (Gugu Mbatha-Raw) scaltra, preparata e dotata di un talento naturale nello smascherare i testimoni mendaci. Un’assistente che si rivelerà fondamentale durante il processo ma che metterà alla prova la capacità dei legali di delineare il sottile confine tra verità e menzogna, un confine che è meglio non varcare se si vuole raggiungere l’obiettivo prefissato e difendere senza mezzi termini tutti i clienti, anche se colpevoli (o apparentemente tali).
Una Doppia Verità tenta la carta del thriller psicologico ma il testo di Rafael Jackson non riesce a creare un vero clima di tensione all’interno della linea narrativa che rimane statica e non riesce a coinvolgere lo spettatore, distante sia dall’intimità famigliare dei Lannister che dalla vita privata e lavorativa di Ramsey.
La regia di Courtney Hunt, premiata al Sundence Film Festival nel 2008 e candidata all’Oscar con il suo film d’esordio Frozen River, è coerente con la sceneggiatura e riprende il linguaggio visivo dei procedural più amati da Law & Order a Le Regole del Delitto Perfetto, senza indugiare troppo sulle vite dei protagonisti ma concentrandosi sulla struttura legale e processuale della pellicola. Un’operazione probabilmente voluta dalla produzione, ma mentre i legal drama così costruiti rendono appieno attraverso il mezzo televisivo, complici durata, serialità e modalità flessibile di fruizione, sullo schermo cinematografico non danno il meglio, se non aiutati da una sceneggiatura forte e da personaggi ben caratterizzati.
Keanu Reeves offre una buona performance interpretando con la giusta dose di aggressività l’avvocato Richard Ramsey, personaggio appena sopra le righe con cui l’attore compie un lavoro di immedesimazione convincente, professionale.
Mentre Renée Zellweger sembra incastrata in un ruolo che non la valorizza, una donna dal carattere apparentemente debole, quasi insensibile alla morte del marito, Jim Belushi offre una prova insolita e molto convincente nei panni di un uomo prepotente e decisionista, la vittima Boone Lassiter. Seppur la sceneggiatura non sia molto convincente Una Doppia Verità offre un punto di vista interessante sul dualismo psicologico che può colpire un avvocato difensore che si interroga sull’innocenza o colpevolezza dei suoi assistiti, basandosi sulla presunta verità messa in discussione durante il processo.
Una Doppia Verità: Keanu Reeves ‘avvocato del diavolo’ (recensione)
Un presunto omicida che si rifiuta di parlare con il suo avvocato e una strategia difensiva ricca di colpi di scena in un legal drama dal sapore televisivo.