Falchi, pellicola del 2017 firmata da Toni d’Angelo (figlio d’arte di Nino) e ora i home video grazie a Koch Media, è uno dei più sorprendenti crime movie dell’ultima stagione italiana. Lo è principalmente per due motivi: in primis, riporta in auge lo stile italiano degli anni ’70, il “poliziottesco” o “poliziesco all’italiana” in stile Di Leo ( Milano Calibro 9); in secondo luogo, riesce a rappresentare ambienti criminali che sono, finalmente, diversi da quelli a cui ci ha abituato la recente produzione italiana: è lontano da ambienti mafiosi napoletani o luoghi del potere romani. Il milieu diventa dunque quello dell’addestramento e dei combattenti fra cani, ricordando anche i primi fasti di Inarritu, nel lontano 2000, Amores perros.
Duri, spregiudicati, spietati. Peppe e Francesco sono così, due falchi, agenti della sezione speciale della Squadra Mobile di Napoli, una sezione preposta per affiancare le indagini sulla criminalità organizzata. A bordo della loro moto e sotto la guida dell’efficiente capo della squadra Mobile, il dottor Marino, con il quale hanno un rapporto quasi paterno, pattugliano la città incuneandosi nei sobborghi più loschi e criminali. Efficientissimi e dediti a 360 gradi alla loro missione, i due amici pagano però lo scotto di una vita sempre in tensione. Francesco è afflitto da una grave depressione e soffre di un’acuta e inconfessata claustrofobia, che riesce ad alleviare attraverso l’abuso di psicofarmaci e droghe. Peppe invece conduce una vita estremamente solitaria: vive sulla costa napoletana degradata e abbandonata, e quando non è in servizio si dedica alla sua unica altra passione: l’addestramento di cani da combattimento.
Interpretato da due attori italiani in ascesa, come Fortunato Cerlino (Don Pietro Savastano in Gomorra – la serie) e Michele Riondino, affiancati dalla partecipazione di Pippo Delbono e Stefania Sandrelli, Falchi si rivela un prodotto profondamente interessante. Avvincente nella trama e apprezzabile nella regia ( D’angelo alterna telecamera a mano, carrelli e soggettive, rendendo fluido lo scorrere della pellicola). I due “falchi” protagonisti sono taciturni, preda della loro vita interiore. Francesco e Peppe sono due uccelli che non riescono a spiegare al volo, ancorati al suolo da tutto ciò che è esterno al lavoro: l’addestramento illegale per il primo e la dipendenza da droga e da psicofarmaci per il secondo. La solitudine, l’alienazione, l’incapacità di rapportarsi col mondo al di fuori della divisa, dell’azione e di quel lavoro che è il viatico per la “salvezza”.
Tutto immerso in tinte cupe, ombre, notte e ambientazioni oscure, Falchi è un film che forse potrebbe aprire il cinema italiano ad un nuovo genere, il ritorno del Noir con un’accezione “esistenziale”. Ci avevano provato Mordini e Scamarcio con Pericle il nero, presentato a Cannes ma male accolto dal pubblico, dalla critica e soprattutto dal fiasco al botteghino. La pellicola di Toni D’Angelo invece parla al grande pubblico, inserisce più scene di azione, pur mantenendo vivo il tema centrale dell’interiorità dei protagonisti, esseri solitari.
In Italia il cinema di genere sta vivendo una vera rinascita, e se volete conoscere uno dei probabili futuri protagonisti, vi consigliamo di recuperare il blu-ray del film di D’Angelo.
In blu-ray Falchi: il boss di Gomorra si dà al poliziottesco (recensione)
Arriva in home video la pellicola con Cerlino e Riondino con cui Toni D'Angelo cerca di rinnovare il genere poliziesco riportandolo alle sue radici.