Stephen King è uno degli scrittori più amati di sempre, un vero e proprio guru della letteratura moderna e padre di centinaia di racconti. L’immenso pantheon di opere nate dalla sua fantasia è una vera e propria miniera d’oro, tanto che molte di queste storie si sono, negli anni, fatte strada anche nella Settima Arte, dando vita ad alcuni degli adattamenti più riusciti e famosi della storia del cinema.
Da Shining a Il Miglio Verde, passando per Misery non deve morire, il grande schermo ha saputo accogliere e dare nuova linfa vitale all’immaginario di King, creando un ricco filone di pellicole più o meno valide; tuttavia a questa lista mancava quello che da molti viene considerato il magnum opus dell’autore, ovvero il ciclo di romanzi de La Torre Nera.
Se la sola idea di adattare un’opera così imponente è stata per molto tempo poco più di una fantasia, negli ultimi anni con l’arrivo in sala delle saghe fantasy, di alcune rivisitazioni di vecchie glorie del cinema in salsa blockbuster e dei cosiddetti “universi cinematografici” moderni, si sono aperte le porte alla realizzazione di nuovi adattamenti dalle dimensioni gargantuesche; kolossal in grado di rendere giustizia a qualsiasi frutto dell’immaginazione umana, non importa quanto astratto e irreale.
Se a questo si aggiunge un disperato bisogno di nuovo materiale da adattare per un’era nostalgica come la nostra, è facile comprendere come oggi sia stato possibile realizzare la versione cinematografica del capolavoro di King diretta da Nikolaj Arcel (Royal Affair), che uscirà nelle sale italiane il 10 agosto.
La Torre Nera ci catapulta subito in un mondo parallelo al nostro, dove mostri senza scrupoli usano la mente di bambini rapiti da ogni dove per generare energia in grado di abbattere la Torre Nera, una struttura al centro dell’universo che sorregge tutte le realtà, difendendole dall’oblio e dal morso delle tenebre. Solo pochi uomini osano opporsi a queste creature e al loro padrone, il potente Uomo in Nero: uno di questi è il pistolero Roland, il cui nome echeggia in diverse realtà, inclusa quella onirica dove il nostro protagonista, il giovane Jake, ha delle visioni sulla torre e sulla guerra che la circonda. Questi sogni ossessionano Jake al punto da far preoccupare sua madre, costretta a chiedere l’aiuto di un analista che interpreta le visioni del ragazzo e il suo bisogno di disegnarle su carta come una diretta conseguenza della perdita del padre; però i sogni del giovane sono più reali di quanto si possa immaginare e non ci vorrà molto prima che venga scaraventato nei mondi che era solito rappresentare.
La Torre Nera si presenta come un film ambizioso, tecnicamente ben realizzato e figlio degli anni ’80 (periodo in cui la serie letteraria è nata); tuttavia la pellicola non è esente da grossi difetti, ad esempio una struttura narrativa ed un’organizzazione archetipica dei ruoli molto datate e più adatte ad un prodotto per famiglie di trent’anni fa.
Il film parte bene grazie ad una saggia rielaborazione di alcuni elementi dei vari libri, ma andando avanti con la storia si ha l’impressione di un’improvvisa accelerazione di passo di Arcel, che per rientrare nel time span limitato si abbandona a una narrazione confusa e dal ritmo disomogeneo, sino a un finale rivisto e sbrigativo, in cui addirittura la CGI sembra non essere all’altezza del resto della pellicola. La sovrabbondanza di quei cliché tipici degli adattamenti high-budget americani (si pensi a Ghost in the Shell) finisce per oscurare ogni altra intenzione, trasformando un film promettente in poco più di un qualunque fantasy per ragazzi. Nonostante una regia perfettamente calibrata nelle scene statiche e d’azione, nonostante le ambientazioni a dir poco evocative, una componente tecnica di livello e interpretazioni validissime, La Torre Nera, nei suoi momenti più alti, finisce per assomigliare più ad una brutta copia di uno young adult (Hunger Games, The Giver o Maze Runner) che alla saga mitica e piena di fascino descritta nei libri di King.
Sicuramente 95 minuti sono troppo pochi per introdurre tutti gli elementi necessari ad un adattamento de La Torre Nera, ma nel tempo a disposizione il film non riesce a trasmettere alcun fascino mistico, non costruisce una mitologia forte e non risulta memorabile agli occhi dello spettatore, o almeno non abbastanza per incuriosirlo in vista di un seguito. Non c’è tempo per parlare del Ka oppure per approfondire le tematiche più affascinanti dell’opera originale, perché lo scarso minutaggio è a malapena sufficiente per una trama fin troppo generica e confusa, dall’evoluzione prevedibile e assolutamente non all’altezza di una storia come questa. Idris Elba fa un ottimo lavoro nei panni di Roland, un antieroe credibile che si lega bene con il Jake del giovane Tom Taylor, mentre Matthew McConaughey, nonostante il suo carisma e la sua grande presenza scenica, finisce per regalarci un’interpretazione buona ma lontana dall’essere memorabile, soprattutto nelle scene d’azione (in cui l’attore sembra profondamente a disagio).
In definitiva La Torre Nera è una produzione poco adulta, che al contempo osa troppo o non abbastanza, e che nella sua confusa discontinuità potrebbe non esercitare il fascino sperato sui neofiti della saga e al contempo scontentare amaramente gli estimatori dell’opera di King. C’è da sperare che la serie TV in lavorazione, guidata dal Glenn Mazzara di The Walking Dead, riesca meglio nel soddisfare le aspettative dei fan di The Dark Tower.
La Torre Nera: il capolavoro di King meritava di meglio (recensione)
Il film ispirato alla saga del celebre scrittore americano, con protagonisti Elba e McConaughey, è il tentativo maldestro di inaugurare un nuovo franchise.