Una piccola premessa: all’inizio degli anni 2000 si è sviluppato all’interno del cinema indipendente americano un movimento chiamato mumblecore; i film che rientrano in questo sottogenere presentano delle caratteristiche ben definite come il bassissimo budget, la colonna sonora limitata o del tutto assente e le sceneggiature semplici, che molto spesso vengono improvvisate dagli attori durante le riprese.
Questa spiegazione è necessaria perché Tutto o Niente (titolo originale Win It All) rientra a pieno titolo nel genere appena citato e per questo, nonostante metta in scena partite di poker e mucchi di banconote, è ben lontano dai classici gambling movie a cui siamo abituati: niente casinò scintillanti e adrenalina a mille ma solo un protagonista che si definisce “dipendente dalla sconfitta”.
Eddie Garrett (Jake Johnson) è un trentenne spiantato e un po’ immaturo che per mantenersi il vizio del gioco d’azzardo lavora come parcheggiatore a Chicago. La sua vita tranquilla passata sul lastrico riceve uno scossone quando un vecchio amico – prima di andare in galera – si presenta alla porta di casa consegnandogli una borsa piena di soldi: se il ragazzo riuscirà a custodire l’intera cifra fino al suo rilascio, riceverà una lauta ricompensa. Inutile dire che Eddie non riesce proprio a resistere alla tentazione di usare il denaro per qualche partita di poker e, nonostante una strana ondata di fortuna iniziale, sperpera in poco tempo tutta la somma. L’incontro con la bella e responsabile Eva (Aislinn Derbez) cambia le carte in tavola e il protagonista capisce che è arrivata l’ora di mettere la testa a posto, così accetta il lavoro offertogli dal fratello maggiore nella ditta di famiglia e qui comincia a risparmiare. Tutto sembra andare per il verso giusto, almeno fino a quando Eddie scoprirà che la scarcerazione dell’amico avverrà di lì a una settimana (il suo debito ammonta a migliaia di dollari).
Presentato al South by Southwest Festival di Austin lo scorso marzo e rilasciato poche settimane dopo direttamente su Netflix, Tutto o Niente porta la firma di uno dei padri fondatori del genere mumblecore, Joe Swanberg.
Dopo Drinking Buddies – Compagni di Bevute, Un Tranquillo Weekend di Mistero ed Easy (serie TV scritta, diretta e prodotta per la piattaforma streaming di Los Gatos) il cineasta torna a collaborare con Jake Johnson, qui in veste non solo di attore ma anche di co-sceneggiatore; l’interprete statunitense è conosciuto ai più come uno dei protagonisti della comedy New Girl e in questa pellicola troviamo molte somiglianze tra il personaggio di Eddie e il Nick Miller televisivo, a dimostrazione che Johnson sia convincente e perfetto nell’interpretare ragazzi non lontani dall’adolescenza e poco affidabili.
Come tutti i film di questo particolare genere, anche questa pellicola si focalizza soprattutto sulle relazioni tra i personaggi che, con i loro pregi e le loro imperfezioni, si scambiano battute essenziali e quotidiane, si raccontano storie e aneddoti che ognuno di noi potrebbe sentire al bar sotto casa; a differenza dei lavori precedenti però Swanberg qui fa un passo in avanti inserendo degli elementi che vanno oltre i canoni tradizionali del mumblecore: la trama, seppur essenziale, presenta una vera e propria struttura, con uno sviluppo e un punto di svolta che determinano alcune modifiche nel panorama presentato e soprattutto un cambiamento interiore del character principale. Decisamente interessante risulta poi essere la corrispondenza tra le dinamiche del gioco e quelle della vita, legate fra di loro in maniera quasi indissolubile.
In definitiva, Tutto o Niente è una commedia non originale ma godibilissima che strappa allo spettatore risate mai banali o forzate.
Tutto o Niente: la recensione della pellicola mumblecore targata Netflix
Joe Swanberg torna a dirigere Jake Johnson in una divertente commedia indie sulle conseguenze della dipendenza dal gioco d’azzardo.