C’è un’idea molto interessante in Nemesi, il nuovo film di Walter Hill, in cui un’attrice donna interpreta un killer freddo e spietato su cui viene praticato un intervento di rassegnazione di genere da un abilissimo chirurgo estetico, contro la sua volontà e per motivi di vendetta. In sostanza la protagonista deve interpretare prima un uomo con disinvoltura e poi una donna con complicazioni psicologiche e fisiche legate al cambio di sesso. Si delinea così un thriller ricco d’azione, vendette multilaterali e nondimeno momenti di riflessione sull’identità di genere, ma che in realtà – tolta la premessa iniziale – altro non è che un tipico revenge-movie come tanti se ne sono visti negli ultimi anni (John Wick, TAK3N, ecc.)
Il protagonista è quindi Frank Kitchen (Michelle Rodriguez), killer esperto e silenzioso al soldo di un certo Honest John, interpretato da Anthony LaPaglia. Complice l’aver ucciso il fratello di uno scienziato folle e geniale con il volto pragmatico di una brillante Sigourney Weaver, Frank cade vittima degli esperimenti della donna sulla manipolazione della struttura anatomica umana e senza nemmeno accorgersene si ritrova il giorno dopo con un seno prorompente e qualcos’altro in meno tra le gambe. La vendetta del nostro uomo (o meglio donna) non si farà di certo attendere.
Nemesi dunque non si discosta affatto dalle vecchie pellicole dirette da Walter Hill, con le quali negli anni ’70 e ‘80 divenne maestro indiscusso di film d’azione e western, spesso cimentandosi anche in commedie ciniche e divertenti come i “buddy movie”. Lo stile rimane inalterato e la tecnica registica è ancora ai fasti di un tempo, ma le soluzioni narrative e in generale le sceneggiature dell’ultimo periodo sembrano suggerire una mancanza di novità o di idee quantomeno originali.
Quest’ultimo lungometraggio d’altro canto non è che un’autocitazione continua alle opere che più di tutte hanno fatto la fortuna del regista statunitense, da “I Guerrieri della Notte” (per lo stile fumettistico da graphic novel), a Jonnhy il Bello, racconto di redenzione in salsa noir a cui più di tutti sembra essersi nuovamente ispirato.
Nel film del 1989 uno sfigurato Mickey Rourke riceveva infatti un trattamento di chirurgia plastica che – a detta dei medici – l’avrebbe reso anche più docile e buono, per poi invece consumare la propria vendetta senza distinzioni di sorta e con estrema violenza. Così Hill rifletteva su come la mentalità di un killer rimanesse ferrea e inamovibile nonostante i cambiamenti fisici e psicologici a cui poteva sottoporsi. Gli stessi cambiamenti (seppur con i dovuti distinguo) e lo stesso messaggio pessimista che sono inseriti senza eccessive alterazioni anche in quest’ultimo lungometraggio, in cui è Michelle Rodriguez a occupare il ruolo che al tempo fu del bel Rourke.
Insomma se siete amanti del genere e avete apprezzato anche gli ultimi lavori di Walter Hill, Nemesi non tradirà sicuramente le vostre aspettative anche a dispetto di un budget molto risicato ravvisabile nell’effettistica (la trasformazione del protagonista in donna si riduce solamente alla perdita di una barba visibilmente posticcia e di protesi poco credibili). Impossibile però non rilevare l’incostanza di una sceneggiatura altalenante, coinvolgente in alcuni punti – soprattutto nei momenti con protagonista Sigourney Weaver (vero punto di forza di un film tutto sommato discreto) – ma che pecca in altri di alcune spiacevoli forzature e banalità legate al “nuovo corpo” della protagonista. Sequenze quest’ultime che spesso scadono nel grottesco e nel bizzarro. In sala dal 17 ottobre con Notorious Pictures.
Nemesi: Walter Hill dirige un thriller fuori dal comune con la Weaver (recensione)
Michelle Rodriguez e Sigourney Weaver sono le protagoniste dell'ultima pellicola del regista de I Guerrieri della Notte e 48 Ore.