Quest’anno la presenza del Nord Africa alla 14. edizione 2017 delle Giornate degli Autori, sezione collaterale della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è davvero rilevante, per quanto riguarda sia l’ambientazione dei lungometraggi che le produzioni coinvolte. Oltre ad Eye on Juliet, un’altra pellicola proveniente da quell’area geografica è Volubilis, co-produzione Francia/Marocco/Qatar diretta dal regista Faouzi Bensaïdi, che nel film interpreta anche uno dei personaggi più importanti.
Una coppia di sposini in Marocco vive felice nonostante le difficoltà economiche, che costringono Malika (Nadia Kounda) a dover contribuire al bilancio familiare, mentre il marito Abdelkader (Mouhcine Malzi) lavora come guardia giurata; i due abitano ancora a casa della famiglia di lui ma sognano di poter vivere per conto proprio in una nuova casa. Però, durante un turno in un centro commerciale, Abdelkader fa arrabbiare la persona sbagliata (una donna di ceto alto) e si ritrova improvvisamente a dover subire un’umiliazione senza precedenti da parte di persone a libro paga della signora: per questo motivo perde anche il lavoro; come se non bastasse, Malika comincia a comportarsi in modo strano, iniziando ad allontanarsi sempre più dal marito.
Il film, più che puntare sulla trama (la storia d’amore è un vero e proprio pretesto narrativo), nel corso dei suoi 106 minuti vuole evidenziare alcune tematiche chiave: innanzitutto la situazione del Marocco, paese dalla natura quasi schizofrenica tra la voglia di occidentalizzazione e l’esigenza di mantenere le sue radici islamiche (una scena in particolare è la perfetta rappresentazione di questa contraddizione). Il regista inoltre mostra il classismo estremo presente nello stato maghrebino, ovvero il modo in cui le classi più agiate sfruttano il ceto medio-basso, deridendolo e denigrandolo (nel film vengono definiti come “microbi”); ovviamente in Volubilis, oltre alla love story, viene rappresentata anche la voglia di rivincita (quasi di vendetta) di Abdelkader nei confronti dei suoi ricchi aguzzini.
Altro elemento importante è il ruolo molto forte che ricopre all’interno della società marocchina l’Islam (in modalità però più soft rispetto ad altri paesi islamici), che condiziona lo stile di vita, la famiglia, il rapporto tra uomo-donna (qui si vede come una donna, solo perché indossa un abito sensuale, venga scambiata per una prostituta), anche se per i ceti più bassi rappresenta un vero e proprio mezzo di rivalsa sociale (basti pensare alla Primavera Araba).
Come per Eye on Juliet, anche in questo film la storia d’amore non è mai sfruttata in maniera banale e stucchevole ma è utile per rappresentare un tipo di società che in Occidente non esiste più, anche se fino a 50 anni fa anche nel Belpaese i contadini venivano ancora derisi e la netta distinzione tra ricchi e poveri era all’ordine del giorno.
Venezia 74 – Volubilis: il Marocco e le sue contraddizioni (recensione)
La pellicola, presentata a Venezia nella sezione delle Giornate degli Autori, utilizza una storia d'amore per raccontare i problemi del paese maghrebino.