La Settimana Internazionale della Critica (SIC) presenta all’interno della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Körfez (The Gulf) opera prima del regista Emre Yeksan.
Ambientata ad Izmir (Smirne), sulla costa dell’omonimo Golfo, racconta il ritorno a casa di Selim (interpretato da Ulaş Tuna Astepe) un trentenne reduce da un doloroso divorzio. Dopo aver vissuto per anni ad Istanbul, Selim deve fare i conti con una realtà completamente diversa da quella che ha conosciuto in precedenza. Selim è disorientato, apparentemente apatico ma in realtà conscio di essere l’osservatore partecipante di un mondo in cui difficilmente riesce a riconoscersi. Fuori luogo, in una famiglia che gli dimostra un incondizionato affetto, ma che quasi non riesce più ad integrarlo, decide di trascorrere le sue giornate in uno spazio isolato: la cantina dove la madre ha custodito gli oggetti personali del periodo in cui viveva in casa con i genitori.
Come a voler dimenticare un ciclo della sua vita Selim, che appartiene ad uno status sociale piuttosto elevato, decide di vendere tutto e trova aiuto in un amico incontrato durante il servizio militare, Cihan (Ahmet Melih Yilmaz), che si offre per rivendere gli oggetti al mercatino dell’usato. Educato e socievole, ma appartenente al ceto più basso della società, Cihan comprende immediatamente lo stato di spaesamento che sta vivendo Selim, al contrario della sua famiglia e degli amici, che continuano a vivere la loro quotidianità con disinteresse. Un evento improvviso – l’esplosione di una petroliera nel Golfo – cambierà l’apparente tranquillità di Izmir e dei suoi abitanti, costretti ad evacuare la città a causa di uno sgradevole odore che fuoriesce dal sottosuolo. Per Selim e Cihan sarà l’occasione per l’inizio di una grande amicizia, mentre per il resto della popolazione un momento di confronto che andrà al di là di ogni convenzione o classe sociale.
Il regista in Körfez (The Gulf) spinge su due temi principali: quello del senso di spaesamento generazionale (tipico dei millenials come Selim e raccontato utilizzando come pretesto il rientro nella città natale del protagonista) e una differenza di status sociale percepita come insormontabile dalla vecchia generazione (tematica molto sentita in Turchia).
Emre Yeksan, presente in sala insieme agli attori protagonisti, nel dibattito che segue le proiezioni della SIC ha spiegato: “Selim è un membro della nostra generazione, che sembra andare avanti rispetto alla vecchia. Guardando il film attraverso i suoi occhi percepiamo che il cambiamento alla fine diventa globale”. La visione di una popolazione unita, che insieme si avvia verso la montagna più alta della città per affrontare un evento che colpisce indistintamente tutti, è un’immagine che quasi ricorda la performance di Bill Viola The Path (Il Sentiero), esteticamente molto suggestiva.
Qualcosa nel mondo sta cambiando e il protagonista Selim ne è parte integrante: è chiaro il messaggio di Emre Yeksan, che utilizza stili narrativi differenti per distinguere le due fasi del ritorno a casa di Selim. La prima, statica e ripetitiva, mentre la seconda, stimolata da una rottura che diventa improvvisamente dinamica.
Körfez (The Gulf) è un film sofisticato, capace di fare un’analisi politica e sociale puntando la camera dal punto di vista del protagonista, che è anche il regista e quindi lo spettatore. Un’opera prima intelligente e ben confezionata, dalla fotografia di Jakub Giza ai costumi di Ayse Yildiz, che riescono a imprimere visivamente le diversità sociali e culturali presenti nel film. Un regista esordiente che ha saputo cogliere il senso di straniamento di una generazione intera e di cui certamente si parlerà in futuro.
Venezia 74 – Körfez (The Gulf): l’identità generazionale nella Turchia di oggi (recensione)
Körfez (The Gulf): lo spaesamento di una generazione nell’opera prima del regista turco Emre Yekzan.