Un’amicizia, il mare e un viaggio per riscoprirsi: Helena Wittmann ha presentato il suo film, Drift, alla 32. Settimana Internazionale della Critica, sezione parallela della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Theresa (Theresa George) e Serafina (Josefina Gill) trascorrono un weekend sul mare del Nord, in Scandinavia, per poi dividersi: la prima attraversa l’Atlantico a bordo della sua barca a vela in un viaggio mistico, la seconda torna in Argentina dalla sua famiglia. Il mare è al centro di tutto e guida la narrazione, fino al nuovo incontro tra le due donne…
Al suo primo lungometraggio da regista (oltre che sceneggiatrice, montatrice e direttrice della fotografia), Helena Wittmann regala un’opera ambiziosa quanto poco riuscita. Un racconto di formazione adattato, due storie che si muovono su buone basi ma che naufragano nella lentezza e nel déjà vu. Il mare e la luce agiscono come motori narrativi, tuttavia non in maniera sufficiente da catturare lo spettatore: l’uso smodato della camera fissa e i tempi di ripresa affievoliscono ogni minimo interesse. Sequenze verbali ridotte al minimo e un’attenzione esclusiva, da parte della regista, alle onde, alla barca a vela e poco altro. Una delle poche note positive riguarda l’intento semiotico delle riprese dell’acqua del mare, il cui cambiamento di tonalità di colore indirizza quello delle protagoniste, un elemento multiforme che rispecchia i continui mutamenti delle persone. Il finale, inoltre, non regala alcun tipo di sorpresa: una conclusione sterile, come il resto della pellicola.
Realizzato senza budget (e si vede!), Drift resta un film esteticamente godibile, un’esperienza visiva di ottima fattura ma nulla più: Helena Wittmann, che aveva diretto i cortometraggi Wildnis (2013) e 21,3° C (2014), conferma di essere un’ottima direttrice della fotografia; un semplice documentario sul mare, basato sui suoi continui mutamenti e sulla sua vastità, avrebbe sicuramente riscosso più successo. Alla pellicola manca la sostanza, l’emozione, il motore che muove i sentimenti dei personaggi e dello spettatore.