Tra i titoli più interessanti della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, presentato alla Settimana Internazionale della Critica, Veleno di Diego Olivares è un film da non perdere. La Terra dei Fuochi fa da sfondo a una storia incentrata sull’umanità e sui rapporti tra le varie classi sociali della periferia casertana.
Cosimo Cardano (Massimiliano Gallo) e Rosaria (Luisa Ranieri) sono due contadini che lottano quotidianamente con la terra avvelenata dai rifiuti tossici disseminati in quelle terre. Lei, la bravissima Ranieri, scopre di aspettare un figlio e la difesa del territorio diventa ancora più centrale nella vita della coppia. Ma le pressioni non si placano e per risolvere la questione viene interpellato l’avvocato Rino Caradonna (Salvatore Esposito), che ambisce a diventare il sindaco del Paese. Se Ezio, fratello di Cosimo, e la compagna Adele sono pronti a vendere il proprio terreno, Cosimo e Rosaria non mollano. La svolta arriva quando il contadino scopre di essere malato, un tumore in fase terminale, e dovrà essere la moglie a prendere in mano la situazione.
Tratto da una storia vera, Veleno non ambisce ad essere un documentario né raccontata quella triste realtà con un’inchiesta giornalistica; è invece una ottima storia di finzione. Una storia di grande amore che lega i due protagonisti ma anche i protagonisti al territorio, un territorio difficile e martoriato come quello della Terra dei Fuochi. Nel film lo Stato è assente, un’assenza che pesa e che induce lo spettatore a porsi delle domande con il passare dei minuti, una riflessione su una disgrazia ambientale. Così come è assente, almeno dal punto di vista della citazione, la camorra. Il lungometraggio di Olivares strizza l’occhio a Gomorra di Garrone, ma fino a un certo punto: il malaffare, l’immondizia e l’amore, un mix che convince e che non sembra proporre una via di uscita. Nessun vincitore, tutti sconfitti.
Una menzione particolare per Luisa Ranieri: l’attrice interpreta una contadina religiosa, una donna fragile che all’improvviso si ritrova a fare i conti con uno schiaffo che le dà la vita: la malattia del marito causata da una terra difesa strenuamente. Salvatore Esposito si conferma ‘specialista’ in ruoli camorristici, mentre Nando Paone, noto per i ruoli comici, sorprende per crudezza a cattiveria. Sottolineiamo, infine, la straordinaria fotografia di Andrea Locatelli e una colonna sonora ben assortita offerta dal trio Enzo Gragnaniello, Marco Messina e Sasha Ricci dei 99 Posse. Olivares, che ha diretto nel 2014 il corto Canemalato, regala senza dubbi un’opera che merita la nostra attenzione.