Presentato nella sezione Cinema nel Giardino della 74. mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Controfigura è un film di Rä Di Martino, poliedrica artista italiana, al quale non è possibile dare una definizione. Si tratta dei una pellicola in divenire, un remake di un film americano degli anni 60’ con Burt Lancaster (The Swimmer), tratto dall’omonimo racconto di Cheever. È la storia di un uomo che si trova a casa di amici e decide di tornare a casa sua “nuotando” in tutte le piscine del vicinato. Ma il film della Di Martino non tratta tanto di questo quanto della creazione di questo remake e più in generale della creazione di un film, della ricerca delle location, degli attori, delle prove prima di girare, con Filippo Timi e Valeria Golino che interpretano in parte se stessi, in parte degli attori scorbutici e insopportabili e in parte i personaggi che dovranno interpretare.
Un po’ siamo nel territorio di Effetto Notte, un po’ siamo in un film di Godard; il richiamo alla nouvelle vague è forte e chiaro. Controfigura non è un film in senso tale, eppure non è nemmeno un backstage o un documentario, poiché anche essi sono stati costruiti tramite una sceneggiatura. La vera domanda è: vuole il film essere un lavoro metacinematografico/metateatrale? Vuole esso essere una riflessione sul vero e sul falso al cinema oppure essere un documentario su come si gira un film?
Ciò di cui chi vi scrive è sicuro riguarda la bellezza delle location e l’antipatia di chi le abita: ci troviamo a Marrakech, fra le ville degli occidentali, nei loro cortili e nelle loro meravigliose piscine. L’opulenza scorre sullo schermo mentre gli insopportabili proprietari di tali bellezze si esprimono con termini come “eco-friendly”, visitano delle mostre di arte contemporanea organizzate da collettivi artistici, si vestono in modo stravagante e disquisiscono sul Marocco e sulla sua società. Dall’altre parte abbiamo invece la troupe del film, tanto insopportabile quanto i proprietari delle case. Spesso indaffarati in discorsi filosofici e artistici, riflettendo sull’acqua come “elemento dei sogni” e sul “peccato di essere nati”.
Insomma, in Controfigura vediamo sfilarci davanti una pletora di individui difficili da sopportare, vanesi, distaccati dal mondo come i Patrizi di una volta. Il dubbio è relativo all’intenzione della regista: voleva essere una presa in giro a questo “ceto” artistico e stravagante oppure questo spaccato di umanità viene visto in modo affettuoso o naturale?
Come detto, questo non è un film che si può descrivere a parole o su cui si può parlare in senso critico; l’unico modo per farsene un’idea è vederlo, quantomeno per ammirare delle abitazioni che tolgono il fiato.
Potete vedere Controfigura su Festival Scope, la piattaforma che rende disponibili in streaming e in contemporanea i film dei grandi festival, compresi quelli di Venezia 74.
Venezia 74 – Controfigura: un’umanità intollerabile in una Marrakech da sogno (recensione)
Filippo Timi e Valeria Golino sono i protagonisti della pellicola di Rä Di Martino, presentata alla Mostra del Cinema di Venezia 2017.