Presentato alla Settimana Internazionale della Critica, sezione collaterale della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Team Hurricane della danese Annika Berg è un film di formazione su un gruppo di ragazze che trovano nell’amicizia e nell’arte una strada comune per superare quello che è il difficile e tormentato periodo dell’adolescenza.
Durante l’estate, nei pressi di Copenaghen, un gruppo di otto ragazze si iscrive in un centro sociale per giovani. Non si conoscono tra loro ma sono tutte accomunate da esperienze personali complicate. Eja, Ira, Ida, Maya, Mathilde, Mia, Sara e Zara, con le loro storie, andranno a costruire un’esperienza che si rivelerà indimenticabile, superando insieme il limbo adolescenziale, rappresentato come un uragano di emozioni contraddittorie.
Come fiori di cactus che sbocciano all’improvviso le ragazze, riprese dalla regista mixando il linguaggio del documentario con quello del lungometraggio, si confronteranno sulle loro personalità, amicizie, famiglie e troveranno nell’arte l’esorcizzazione alle loro paure più nascoste.
L’idea alla base della sceneggiatura di Team Hurricane nasce dalla volontà della cineasta di rappresentare il mondo adolescenziale partendo dai racconti di un gruppo di ragazze che dovranno far parte di una società “ordinaria” ma che in realtà sono talmente peculiari da dover superare l’ostacolo di un rifiuto presente e futuro. Essere e diventare, un concetto che ogni adolescente si trova ad affrontare, spesso chiuso nella propria camera. L’attività di socializzazione che il gruppo è invitato a compiere presso una struttura pubblica servirà a condividere esperienze, emozioni ed obiettivi, offrendo l’opportunità di crescere insieme.
Annika Berg, alla sua opera prima, utilizza un linguaggio schietto, rappresentando visivamente i caratteri delle otto ragazze protagoniste con un massiccio utilizzo dei colori fluo, unito ad un eccellente lavoro sui costumi; questi infatti danno un’immagine precisa della personalità delle ragazze, molto decise nei loro stili seppur tormentate dai dissidi interiori giovanili.
I rapidi passaggi dalla camera fissa alla videocamera amatoriale segnano la differenza tra l’occhio della regista e la narrazione individuale come una sorta di terapia di gruppo, un confessionale dove le ragazze sono libere di esprimere le proprie idee, senza filtro. Lo schermo passa dal formato 16/9 al 4/3, intervallando le sequenze con elementi grafici che rimandano ai videogames e all’arte contemporanea, in una serie di sperimentazioni visive.
Team Hurricane è così un film-laboratorio dove la Berg, partendo da una sua foto da adolescente ritrovata per caso, si inerpica nel tortuoso mondo adolescenziale, privilegiando un linguaggio avanguardista. Un prodotto interessante e innovativo, meritevole del premio assegnato e che sottolinea la grande capacità del cinema danese di non piegarsi alle regole del mercato ma di diffondere punti di vista che possono essere scomodi ed anticonformisti.
Venezia 74 – Team Hurricane: ragazze punk e avanguardia (recensione)
Il film della regista Annika Berg vince il premio Circolo del Cinema di Verona per il film più innovativo della Settimana Internazionale della Critica.