Matthew Vaughn dirige nuovamente il gruppo delle superspie Kingsman con Il Cerchio d’Oro, sequel di Kingsman: Secret Service.
Mattew Vaughn e Mark Millar, che insieme hanno scritto il soggetto della miniserie a fumetti da cui è liberamente tratto il film, The Secret Service, disegnata da Dave Gibbons (Millarworld/Marvel Comic-Icon 2013) dopo il successo cinematografico del primo capitolo, fruttato ben 400 milioni di dollari, ritornano con un sequel divertente ed adrenalinico, centrando l’obiettivo di non cadere nella banalità del ripetersi delle azioni, ma inserendo personaggi nuovi e di carattere.
Quinto adattamento cinematografico dalle storie di Mark Millar, dopo Wanted-Scegli il tuo Destino, Kick Ass 1 (diretto da Vaughn), 2 e il primo capitolo sulle storie dei Kingsmen, Kingsman: Il Cerchio d’Oro riprende esattamente da dove si è interrotta la prima pellicola.
Il protagonista Eggsy (Taron Egeltorn) veste i panni dell’agente speciale Galahad, ereditando il ruolo del suo mentore Harry Hart (Colin Firth), creduto morto per mano di Richmond Valentine (Samuel L. Jackson), villan della prima avventura.
Eggsy inizia così ad abbandonare sempre più il passato da cockney (londinese di periferia) dedicandosi al suo nuovo lavoro come elegantissima spia britannica, con tutto l’equipaggiamento di un vero Kingsman, ovvero oggetti di fattura artigianale che contraddistinguono un gentlemen e all’occorrenza si trasformano in micidiali armi tecnologiche.
Ma quello che sembra essere un nuovo inizio finisce nel peggiore dei modi, con l’esplosione della sede e la distruzione di tutto ciò che a Londra rappresentava la Kingsman, a parte una rara bottiglia di Whisky che condurrà Eggsy alla Statesman, agenzia di intelligence indipendente alleata, con base nel Kentucky.
Ad accogliere Galahad e Merlino (Mark Strong) i “cuginetti americani”, Ginger (Halle Barry), Whiskey (Pedro Pascal), Tequila (Channing Tatum), il presidente Champagne (Jeff Bridges) ed un redivivo Harry, portato in salvo proprio dagli agenti Statesman.
Insieme dovranno salvare il mondo dalla terribile Poppy (Julianne Moore) una narcotrafficante con in atto un diabolico piano.
A caratterizzare la scrittura di Kingsman: Il Cerchio d’Oro, c’è lo spessissimo strato di british humor, che si ritrova ampiamente nel primo capitolo.
In questo caso il film gioca tutto o quasi sul parallelismo Regno Unito – Usa, in pratica è una presa in giro continua dei costumi americani, ben lontani dalla frase simbolo di Harry Hart
“I modi definiscono l’uomo”. Gli agenti Statesman, forti del loro “essere americani” trovano bizzarri i modi eleganti dei colleghi, che al contrario cercano di esportare le buone maniere oltreoceano. Frutto di un lavoro certosino sulla sceneggiatura, sia per non deludere i fan, che per rilasciare un prodotto qualitativamente alto, Vaughn e la co-sceneggiatrice Jane Goldman hanno lavorato moltissimo sui dettagli e sulla caratterizzazione dei personaggi, che nel loro essere straordinari e lontanissimi dalla realtà, appaiono credibili e a tratti persino realistici.
Geniale l’idea di affidare a Julianne Moore il ruolo della cattivissima Poppy, un villan sopra le righe, con una personalità unica e dotata di quella combinazione di umorismo e cattiveria, che fanno di un film d’azione il vero punto di forza.
La regia punta tutto sul movimento e l’uso del colore, entrambi molto intensi. Vaughn gioca molto sull’alternanza nelle scene d’azione di slow motion e panoramica obliqua, utilizzando un linguaggio che tende a replicare le immagini statiche dei fumetti in forma tridimensionale.
Kingsman: Il Cerchio d’Oro è divertente ed ironico, adatto ad un pubblico amante dello stile irriverente e sopra le righe che caratterizza la scrittura sia di Matthew Vaughn che di Mark Millar. Un sequel riuscito, in linea con il primo capitolo ma che mantiene una sua unicità.
Paradossi, esagerazioni, battute taglienti e un fenomenale cammeo di Elton John, che dimostra la capacità dei britannici di saper giocare con l’ironia in qualsiasi contesto.
Kingsman – Il Cerchio d’Oro: arriva in sala il sequel di Secret Service (recensione)
Ritornano in sala le improbabili avventure delle spie britanniche, questa volta in trasferta dai “cuginetti americani”.