Alla 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il web service di Los Gatos si è distinto per una presenza assolutamente di primo piano, presentando le serie Suburra e Wormwood e il lungometraggio Our Souls at Night. Oltre a questi prodotti che hanno polarizzato l’attenzione del grande pubblico, Netflix ha però proposto nella sezione Fuori Concorso anche l’interessantissimo Cuba And The Cameraman.
Cuba And The Cameraman è un documentario diretto dal reporter freelance Jon Alpert in cui vengono raccolti spezzoni di 40 anni di riprese effettuate nell’isola di Cuba. Nonostante il genere utilizzato, Cuba And The Cameraman viene costruito e montato in modo che non venga raccontata esclusivamente la storia dell’isola caraibica ma anche le vicende di tre famiglie cubane diverse tra loro che hanno risentito negli anni della difficile situazione economica del proprio paese: dai decenni ‘70-’80 (periodo in cui l’economia cubana si reggeva grazie ai contributi da parte dell’Unione Sovietica) agli anni ‘90 (con la grave crisi economica causata dalla caduta del blocco socialista) fino al terzo millennio, dove il turismo è diventato sempre più importante e, soprattutto, la figura leggendaria del lider maximo è stata intaccata dalla sua malattia.
Il reporter americano, che all’inizio dell’opera presenta allo spettatore la sua carriera, non nasconde per nulla le sue simpatie per Fidel e Cuba, mostrandoci un amore incondizionato nei confronti del paese comunista. Vengono così mostrati anche frammenti della “vita privata” del lider maximo (il giornalista ha avuto il privilegio di intervistarlo personalmente almeno un paio di volte) che, per come viene dipinto dal reporter, finisce per suscitare una simpatia a tratti inaspettata per una figura così controversa. Durante il film inoltre non si può non provare empatia nei confronti dei membri delle tre famiglie cubane, soprattutto nei confronti degli anziani fratelli Cristobal, Angel e Gregorio: tre contadini che, nonostante il duro lavoro nei campi e le varie crisi economiche, riuscivano sempre a trasmettere spensieratezza e serenità al prossimo. Ovviamente non sono stati nascosti dal regista i desideri di alcuni cubani di poter fuggire negli USA per una vita migliore, la precarietà della vita familiare e soprattutto le condizioni pessime in cui riversano gli ospedali e le scuole dell’isola.
Oltre all’evoluzione della società cubana, nel corso del documentario viene mostrata anche quella dell’idealismo di Jon Alpert, che lo ha portato ad un cinismo e ad un pragmatismo tale da risultare quasi contraddittorio: un’opera che non tenta di nascondere una certa simpatia per il socialismo finisce ironicamente per esser distribuita da uno dei protagonisti più recenti dell’economia capitalista statunitense.
Cuba And The Cameraman: Netflix racconta 40 anni di regime Castrista (recensione)
Il documentario, presentato fuori concorso a Venezia, racconta l’evoluzione della società cubana negli ultimi decenni.