Babylon Sisters, pellicola di Gigi Roccati distribuita nelle sale italiane a partire dal 28 settembre da Lo Scrittorio, è un film che impiega non-attori e attori professionisti (fra cui l’immenso Renato Carpentieri), girato all’interno di un turbolento e rumoroso quartiere di Trieste. È la storia di un incontro fra diverse culture, dello sforzo per sopravvivere e ci ricorda l’importanza di una seconda opportunità, e nonostante sia costruito su diversi cliché e la trama non preveda nessuna sorpresa, il lavoro del regista consegna al pubblico un’opera genuina, di intrattenimento; un film che serve a ricordare quanto possa essere divertente fare cinema e stare insieme, e quanto questo sia importante.
All’interno di un quartiere popolare di Trieste, diverse famiglie si preoccupano dopo aver ricevuto un’ingiunzione di sfratto. I soldi, per tutte loro, sono un problema. Mentre gli uomini reagiscono in modo burbero, le loro mogli escogitano un modo per raccimolare un po’ di denaro e pagare gli arretrati. Il gruppo è costituito da una donna indiana, da una cinese e da due donne dell’est Europa. In loro aiuto verrà una donna italiana, Laura, la quale le spingerà ad avvicinarsi al teatro e a fondare una scuola di danza.
Babylon Sisters è un film che non vuole sconvolgere o sorprendere lo spettatore; nemmeno provocarlo. È una commedia che, forte del tema dell’integrazione, si impegna a raccontare storie di vita già viste: “l’unione fa la forza”, l’arte come processo salvifico, il cattivo con cuore d’oro etc. Ciò che sorprende di questo film, dunque, è proprio la sua capacità di non voler stupire a tutti i costi ma di radicarsi in quella stessa caotica normalità che vuole raccontare. Attraverso un’onesta regia, uno script confuso ma classico (un gruppo di personaggi incontra una difficoltà e lotta per sconfiggerla) e l’uso di interpreti non professionisti, l’opera di Gigi Roccati trova la sua ragione di essere.
È soprattutto la prova genuina delle sue interpreti, imperfette nei tempi e nei toni, a rendere Babylon Sisters un film particolare. Perché dallo schermo si percepisce il divertimento e l’allegria di stare insieme e lavorare per creare un film, sbagliare e ciononostante riprovarci per “azzeccare” le scene. Certamente ciò comporta una minore intensità emotiva e soprattutto richiede un particolare sforzo dietro la macchina da presa, dove si concentra la responsabilità di garantire un risultato non dilettantistico. Quindi vediamo dei rapporti elementari fra le amiche, le liti non sono sempre ben riuscite e la telecamera deve alle volte occultare l’espressioni facciali imperfette per garantire la buona riuscita della scena.
L’approccio da favola classica, la regia ordinata (al netto delle difficoltà degli attori), un sapiente uso della città di Trieste e un lavoro magistrale, al solito, di Renato Carpentieri, riescono in sinergia a nascondere i difetti di Babylon Sisters. Viene fuori un film “imperfetto” eppure non mal riuscito, di intrattenimento e furbescamente commerciale.
Babylon Sisters sarà disponibile da marzo 2018 in home video su DVD CG Entertainment.
Babylon Sisters: la musica e l’integrazione come salvezza dal degrado (recensione)
La colorata e chiassosa pellicola con il grandissimo Renato Carpentieri, già presentata ad Alice nella Città, arriva in sala il 28 settembre.