Nel 1999 Miloš Forman diresse Man On The Moon, inusuale bio-pic in cui uno straordinario Jim Carrey faceva rivivere l’amatissimo comico statunitense Andy Kaufman. È proprio quell’esperienza ad essere al centro del nuovo documentario di Chris Smith: Jim & Andy: The Great Beyond – The Story of Jim Carrey & Andy Kaufman Featuring a Very Special, Contractually Obligated Mention of Tony Clifton, film dal titolo inverosimilmente lungo, presentato fuori concorso alla 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Nel corso di 94 minuti tanto ispirati quanto inusuali, Smith è interessato principalmente a raccontare quanto Jim Carrey si fosse spinto oltre con il method acting per interpretare il film di Forman. Per farlo il regista, celebrando con una prospettiva metacinematografica il lavoro dell’attore, propone un’interessante riflessione sulla psicologia di due incontenibili talenti artistici e sulla fragilità dietro la loro verve.
L’esperienza che porta un uomo a perdersi completamente nei panni di un altro, a solo beneficio dell’Arte, è infatti significativamente rappresentativa di una psiche generosa e fragile, e a ben pensarci è proprio questa peculiarità di Carrey ad aver animato i suoi ruoli migliori (non solo Man On The Moon, ma anche The Truman Show e Eternal Sunshine Of The Spotless Mind).
Nel corso di Jim & Andy: The Great Beyond assistiamo a una ricca serie di dietro le quinte di Man On The Moon, girati all’epoca da Lynne Margulies e tenuti sino ad oggi in un cassetto a causa probabilmente di un contenzioso legale con la Universal. Quei filmati sono una vera miniera d’oro per comprendere le estreme conseguenze di un processo di immedesimazione senza freno, e offrono momenti continuamente sospesi tra l’ilarità e il dramma (si pensi alla discussione padre-figlio che scoppia dietro le quinte tra Jim Carrey/Andy Kaufman e Gerry Becker/Stanley Kaufman durante la fase di make-up, e a causa della quale la truccatrice scoppia in lacrime). Inutile sottolineare come lo spaccato di quotidianità ritratto da questi video testimoni anche la grande pazienza – messa costantemente a dura prova – del regista e del cast di Man On The Moon, del quale faceva parte anche un ottimo Danny De Vito.
È a queste riprese che si alternano materiale d’archivio e le interviste girate oggi a un Jim Carrey barbuto, malinconico e filosofeggiante, con il risultato di trascinare lo spettatore in un vortice di emozione che, tra le righe, diviene un saggio sulla fragilità umana.
Come sembra confermare questo documentario, è però proprio quella sensibilità a mandare avanti la Settima Arte, tanto che Carrey finisce per ricordare una frase proferitagli da Gondry sul set di Se Mi Lasci Ti Cancello (scimmiottandone l’accento francese): “Sei un essere umano così bello, nel tuo essere così disperato. Ti prego, non guarire!”. Aggiunge poi eloquentemente l’attore: “Ecco quanto è perverso questo business!”, con negli occhi una rassegnazione disperata.
Il padre del ‘Metodo’, Stanislavskij, nel teorizzare l’immedesimazione attoriale parlava del processo di ‘personificazione’ e di quello di ‘reviviscenza’. Se non avete voglia o tempo di recuperarvi il più celebre manuale del maestro russo, Il Lavoro dell’Attore su Se Stesso, Jim & Andy: The Great Beyond può rappresentare un’ottima opportunità per osservare da vicino pregi e difetti di un’immedesimazione senza controllo.
Per far comprendere quanto fosse intrappolato in quel ruolo, Jim Carrey ricorda a un certo punto quando, completamente perso nel personaggio, fece una telefonata di oltre un’ora alla figlia che Kaufman non aveva mai riconosciuto (né conosciuto), cercando di ‘recuperare quel rapporto’. Se non siete motivati ora a voler recuperare questa straordinaria testimonianza di arte e di vita, non c’è null’altro che potrà convincervi.
Jim & Andy: The Great Beyond – quando Jim Carrey si perse nel suo personaggio
L'appassionante documentario di Smith ci porta dietro le quinte di Man On The Moon per mostrarci un Jim Carrey intrappolato nel personaggio di Andy Kaufman.