Mr. Robot, fiore all’occhiello del canale americano basic cable USA Network, è ormai da un paio d’anni una delle serie più amate dal pubblico e dalla critica. Lo show di Sam Esmail, dopo una seconda stagione complessa e dagli esiti alterni, esordisce per la prima volta nel palinsesto autunnale, presentandosi già dai primi due episodi come un prodotto in costante evoluzione.
La 3×01 e la 3×02, rispetto agli standard di Mr. Robot, hanno uno sviluppo narrativo più convenzionale.
Elliot (Rami Malek) è rimasto gravemente ferito dopo il faccia a faccia con Tyrell Wellick (Martin Wallström); per evitare la morte dell’hacker, Tyrell contatta un misterioso uomo di nome Irving (Bobby Cannavale), che scopriamo essere un fixer della Dark Army. Ripresosi dall’incidente, Elliot vuole cercare in tutti i modi di porre rimedio al caos causato dall’attacco informatico che ha portato il mondo sull’orlo del collasso, arrivando addirittura a chiedere ad Angela (Portia Doubleday) di favorire la sua assunzione nell’odiata E Corp per modificare la situazione all’interno della società. Il piano sembra funzionare ma non ha considerato alcuni fattori: la sorella Darlene (Carly Chaikin) collabora con l’FBI, il contesto geopolitico è in subbuglio e il disturbo della personalità del ragazzo, rappresentato dalla figura di Mr. Robot (Christian Slater), non accenna a placarsi.
Pur non rinunciando a qualche facile ammiccamento, Mr. Robot riparte con due episodi estremamente convincenti.
La creatura dello showrunner americano di origine egiziana è diventata un fenomeno mondiale per il suo stile riconoscibile in ogni inquadratura e per le tematiche di grande attualità che tratta. Se lo scorso anno l’eccesso di ambizione da parte di Sam Esmail ha portato ad una seconda stagione visionaria ma narrativamente imperfetta, le prime due puntate del 2017 hanno il merito di fare il punto della situazione in modo più lineare. Esmail infatti lascia da parte il lato più surreale e allucinato di Mr. Robot prediligendo un approccio più classico rispetto al recente passato.
Più che un thriller, lo show è un vero e proprio noir moderno che ruota attorno alle vicende di un antieroe in conflitto con se stesso.
A differenza delle prime due annate, Esmail affianca finalmente al duo Elliot/Mr. Robot (interpretati magistralmente da Rami Malek e Christian Slater) un personaggio secondario estremamente carismatico come quello di Irving, con un Bobby Cannavale in grado di bucare lo schermo ogni volta che fa la sua apparizione (la speranza è quella di vederlo più spesso in questa stagione). Non sono mancati inoltre plot twist sorprendenti, che aprono nuovi scenari difficili da prevedere e, proprio per questo motivo, in grado di appassionare ancora di più i numerosissimi fan della serie. Certo, alcuni momenti, pur riuscitissimi, hanno un sapore a tratti troppo ruffiano (è ‘facile’ trovare il favore degli spettatori affiancando il monologo di Elliot nel primo episodio alle immagini di Donald Trump, o denunciare la società creata da social media sostituendo i volti umani con delle emoticon) ma, considerato il quadro d’insieme, sono scelte che non stonano e non tolgono nulla all’impalcatura narrativa ben più raffinata che Esmail sta mettendo in piedi.
Non sappiamo ancora quale direzione prenderà la serie da qui fino al season finale, ma l’importante era cominciare con il piede giusto e Mr. Robot non ha deluso le aspettative della vigilia.