Il canale statunitense HBO non è solo il network che produce Game Of Thrones: la rete via cavo infatti è stata negli ultimi due decenni un punto di riferimento per alcuni show innovativi che hanno cambiato radicalmente il piccolo schermo, contribuendo alla nascita della Golden Age Of Television. Oltre a Oz, The Sopranos, Six Feet Under e Deadwood, HBO può vantare un altro capolavoro del passato: stiamo parlando di The Wire, una delle serie più importanti di tutti i tempi. Il suo creatore, il giornalista e scrittore David Simon, da molti anni è legato al canale controllato dalla Time Warner e, grazie al suo talento, è stato in grado di raccontare l’America come nessun altro in opere dal grande valore socio-culturale (Generation Kill, Treme e Show Me A Hero). C’era grandissima curiosità dunque attorno al suo nuovo progetto, The Deuce: la serie creata assieme a George Pelecanos, che fa il suo esordio in Italia su Sky Atlantic il 24 ottobre, vanta un cast di primissimo livello (James Franco e Maggie Gyllenhaal su tutti), dimostrando il suo grande potenziale già dal pilot.
Il Deuce è un leggendario quartiere newyorkese che si trova nei pressi di Times Square, precisamente sulla quarantaduesima strada. Le insegne dei cinema ci indicano in quale anno si svolge la vicenda: Il Conformista di Bernardo Bertolucci e L’Uccello dalle Piume di Cristallo di Dario Argento, due capolavori italiani del 1970, uscirono negli Stati Uniti proprio in quel periodo. Il Deuce offre diverse forme di intrattenimento: i peep show, i cinema a luci rosse, i bar malfamati, le prostitute, i negozi di videocassette porno (alcune legali, altre no) ed ogni tipo di droga. All’interno di questa autentica babilonia si parlano una moltitudine di lingue diverse: quella delle ragazze dei piccoli paesi, venute nella Grande Mela per fare carriera ma finite in mano ai papponi, lo slang inconfondibile degli afroamericani (soprattutto spacciatori e “pimps”) ed infine la lingua dei veri newyorkesi come Frank e Vinnie, i gemelli interpretati da James Franco (attore californiano doc in grado di imitare alla perfezione l’accento del luogo).
Tutto in The Deuce è ricostruito con cura maniacale. David Simon, che aveva già dato prova della sua abilità in The Wire, in sinergia con la troupe è riuscito a riportare in vita la New York degli anni ’70: una città che aveva conosciuto Andy Warhol, che ha dato i natali ai Velvet Underground grazie anche a locali come il CBGB, fondamentale per la nascita del punk statunitense. Un posto con un grande potere di attrazione quindi, specialmente per quei giovani ribelli, insofferenti al “sistema” e alla vita borghese (come il personaggio di Abby), in cerca di un lavoro, una fabbrica dei sogni proprio come Los Angeles.
Ecco, The Deuce è la storia di coloro che non ce la fanno, persone che, per sbarcare il lunario, si mettono a lavorare al confine fra la legalità e la criminalità rischiando perennemente la propria incolumità (non a caso infatti la prima sequenza del pilot mostra un’aggressione ai danni di Vinnie, gestore di un bar). Ancor più in pericolo sono le prostitute, che consumano i rapporti in orrendi motel ad ore dove i “Johns” (termine con il quale vengono chiamati i clienti) possono fare di loro quello che vogliono per soli quaranta dollari all’ora, con la polizia che non riesce ad intervenire efficacemente. Considerando il modo in cui la giustizia opera sul territorio, il Deuce rappresenta un autentico ghetto: oltre ad essere pericoloso, grigio, sporco e avulso dal resto di New York, viene quasi lasciato a se stesso, abbandonato alla legge del più forte. La criminalità viene contenuta e ammassata in quella quarantaduesima strada e coloro che vivono questa realtà vengono di fatto ghettizzati.
Il nuovo show di David Simon appartiene alla grande tradizione del romanzo naturalista: c’è una grande attenzione al contesto storico e al racconto corale, in cui non esiste un solo protagonista bensì decine di personaggi con una identità ben precisa. Questo potrebbe a prima vista spaventare lo spettatore, dato che entrare nei meccanismi di The Deuce non è affatto semplice e comprendere le dinamiche e i rapporti che intercorrono fra i vari characters lo è ancora meno eppure la penna di Simon è capace di descrivere la condizione umana come Émile Zola, Balzac o Maupassant. The Deuce, parafrasando Balzac, è una gigantesca commedia umana dove un grandissimo autore televisivo trascina il pubblico all’interno di un mondo complesso ma estremamente affascinante già dal primo episodio. Una serie imperdibile.