Il Gollum de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson mostra la sua incredibile esperienza cinematografica e teatrale nel suo primo lungometraggio Ogni Tuo Respiro (Breathe).
Andy Serkis insieme all’autore William Nicholson (candidato all’Oscar per Il Gladiatore di Ridley Scott) racconta la storia di Robin Cavendish (Andrew Garfield), giovane avvocato simbolo dei diritti per le persone con gravi disabilità motorie.
Avvocato per un’azienda di esportazione del thè, Robin Cavendish vive e lavora in Kenya insieme alla sua giovane moglie Diana Blacker (Claire Foy), mentre aspettano il primo figlio su di loro cade la terribile ombra della malattia. A soli 28 anni Robin contrae in Africa la poliomielite che lo condanna ad una gravissima condizione, rimane paralizzato dal collo in giù e per respirare ha bisogno di un macchinario che pompa aria nei suoi polmoni artificialmente.
Robin si trova ad affrontare non solo il trauma psicologico che lo costringe alla paralisi permanente ma anche la freddezza del reparto di terapia intensiva dove è ricoverato e dal quale non può muoversi.
Un ruolo importante per Andrew Garfield che interpreta Cavendish con grande credibilità
Rientrato a Londra dopo la nascita del figlio Jonathan, Robin trova la forza per andare avanti seppur contro ogni possibilità e insieme a Diana decide di sfidare il sistema uscendo per sempre dall’ospedale, cercando di vivere nel migliore dei modi possibili, circondato da un gruppo di gioviali amici che li sostengono e spronano.
A casa e con l’aiuto del professore universitario Teddy Hall (Hugh Bonneville), Robin inizia a sperimentare una sedia a rotelle multifunzione, in grado di ospitare un respiratore portatile e poter restituire la mobilità perduta a tanti disabili nelle stesse condizioni.
Quando infrangere le regole significa migliorare la società
Robin Cavendish ha infranto un tabù rompendo le regole del sistema e ragionando su come la tecnologia e l’ingegno possano aiutare le persone con disabilità.
Una storia umanista che ci insegna come aprire la mente sia il miglior modo per ottenere dei cambiamenti e che dimostra le capacità dell’uomo che, anche nella peggiore delle condizioni, riesce a trovare una via d’uscita a sofferenza e solitudine.
La storia di un grande uomo, che con la sola forza di vivere ha dato speranza a chi l’aveva perduta.
Andy Serkis sceglie una regia classica ma poco realistica
Un lavoro ammirevole quello di Andy Serkis, che ha scelto di cimentarsi alla regia con una storia toccante e che lo riguarda da vicino anche per questioni famigliari poiché ha una sorella affetta da sclerosi multipla e costretta in carrozzina da molto tempo.
A sua volta interprete del cantante punk Ian Dury, malato di poliomielite, nel film Sex & Drugs & Rock & Roll, Serkis riesce a cogliere il senso di inadeguatezza, rabbia, disperazione ma anche e soprattutto il diritto dei disabili a vivere una vita, non solo dignitosa ma felice e appagante.
Si possono elencare tutte le buone ragioni del mondo per girare un film come Ogni tuo Respiro e sono tutte lodevoli, ma l’esecuzione del biopic sulla vita di Robin Cavendish delude, consegnando un lungometraggio didascalico e patinato.
La regia di Serkis è ben congegnata ma troppo classica, contrassegnata da campi lunghi, inquadrature ampie e close up su Andrew Garfield/Cavendish proprio nei momenti in cui ci si aspetta che sia così. Non c’è sperimentazione né un punto di vista esterno, se non l’occhio del regista che si limita a filmare la vita di Robin e Diana, senza darne un’interpretazione personale.
La sceneggiatura di Nicholson è ben confezionata ma anche in questo caso la verità dietro la storia del protagonista stenta ad uscire, coperta da battute e sdrammatizzazioni che forzano la realtà. Seppur non si metta in dubbio il carattere gioviale di Cavendish, molte situazioni appaiono irreali soprattutto le sequenze girate in Spagna, che sembrano i video promozionali dell’ente per il turismo spagnolo nel Regno Unito.
Forzature stilistiche che minano la buona riuscita del film, anteponendo la storia d’amore alla lotta che Cavendish intraprese per liberare dalle gabbie degli ospedali uomini e donne costretti da una cieca ed ipocrita società ad isolarsi dal mondo per il resto delle loro vite.
Argomenti molto forti e attuali, che Serkis, Nicholson e il produttore Jonathan Cavendish (figlio dei protagonisti) mettono in secondo piano a favore di un racconto che dovrebbe far leva sulle coscienze e le emozioni del pubblico e che invece si limita a sfiorarle superficialmente.
D’altro canto le ottime interpretazioni dei protagonisti rendono Ogni tuo Respiro un buon prodotto, che mai come in questo lungometraggio ha il punto di forza nella sinergia tra regia, sceneggiatura ed esecuzione artistica.
Andrew Garfield, dopo la sua ottima performance ne La Battaglia di Hacksaw Ridge di Mel Gibson, che gli è valsa la candidatura all’Oscar come migliore attore protagonista, ritorna a mostrare la sua versatilità interpretando Robin Cavendish con una recitazione che interessa soltanto la testa e il collo. Garfield è riesce appieno a cogliere le sfumature del suo personaggio, usando la mimica facciale con raffinatezza, senza nessuna caduta di stile e con un’incredibile ponderazione dei movimenti. Un lavoro eccellente che potrebbe annoverare nuovamente l’attore statunitense nella rosa dei prossimi candidati al premio Oscar.
Dalla serie Netflix The Crown troviamo Claire Foy nei panni di Diana, vincitrice di un Golden Globe per la serie su Queen Elisabeth, come per il suo partner maschile in Ogni tuo Respiro, riesce a dimostrare la sua versatilità, modellando un personaggio credibile e molto ben strutturato.
Ogni tuo Respiro entra a pieno tra i “vorrei ma non posso” tra i tanti film che non colpiscono al cuore, pur avendo delle buone idee e che allo stesso tempo non possono essere definiti poco riusciti, perché se ne percepisce il valore artistico e tecnico. Andy Serkis, forte della sua esperienza come attore, al suo primo film non riesce a stupire ma da un talento del genere ci si aspetta soltanto un miglioramento. Attendiamo fiduciosi.