Il Vangelo secondo Mattei, storpiatura del titolo pasoliniano (Il vangelo secondo Matteo), cerca di raccontare il problema del petrolio e dell’inquinamento in Basilicata tramite una commedia satirica e a tratti divertente, ambientata in mezzo ai Sassi e alla natura della regione italiana.
Fra una gag e l’altra, non è però solo il problema del petrolio a venire a galla. I registi, infatti, in larga parte grazie alle finte interviste del film, mettono l’accento sul grande problema del meridione: l’emigrazione, la scarsa possibilità di lavoro e la poca produttività.
Un regista cinico ed il suo assistente, entrambi cinquantenni, tornano nella loro terra madre, la Basilicata, in cerca di redenzione. Vogliono infatti girare un film scandalo intitolato Il Vangelo secondo Mattei, nelle stesse zone nelle quali Pasolini girò il suo lavoro quasi omonimo, concentrandosi sui disastri causati dalle estrazioni di petrolio in Basilicata. Il protagonista del film si chiama Franco (un fantastico Flavio Bucci) ed è stato scelto più per motivi pubblicitari che artistici: il settantenne in gioventù fu infatti una comparsa nel film di Pasolini.
Matera e i Sassi hanno legato il loro nome a due dei più grandi artisti di tutto il novecento: Carlo Levi e Pier Paolo Pasolini. Le descrizioni che lo scrittore fece di quelle terre, fanno ancora oggi venire i brividi: “Ogni famiglia ha in genere una sola di quelle grotte per abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini, bestie…”. In Cristo si è fermato ad Eboli, Levi si dilungò con grandi metafore per descrivere quella vita e quella società contadina (“immersa nel sudiciume e nella misera”, scrive nel libro).
Ecco, oggi il sudiciume è diventato petrolio e la misera va estinguendosi grazie al valore, semi inestimabile, che i Sassi hanno raggiunto. Nel film, alcuni abitanti se lo dicono fra loro; pensando al passato, trovano incredibile che quelle anguste e sporche grotte vengano oggi a costare come delle ville.
Curiosamente, ciò che accomuna le opere di Levi e Pasolini è la parola religiosa: “vangelo” e “Cristo”. I due protagonisti del film costruiscono battute e sketch sul fatto che Matera sia la “capitale” dei film a sfondo biblico, dal momento che vengono tutti girati nella cittadina della Basilicata. Ne Il Vangelo secondo Mattei, Cristo diventa un settantenne senza barba, il quale, nelle parole dei registi, “vuole essere anticonformista e lontano dalla tradizione iconoclasta”.
Antonio Andriani e Pascal Zullino, dietro la macchina da presa – davvero – per la pellicola distribuita in questi giorni da Moovioole, prendono in giro il cinema d’autore e fanno una parodia del cinema “verità” e di denuncia, mettendo insieme un film che con tono satirico racconti la tragica situazione in cui versa non soltanto la Basilicata, bensì l’intero meridione.
La ricerca ossessiva di un attore protagonista che abbia partecipato al film di Pasolini, gli stratagemmi orditi per rendere Il vangelo secondo Mattei un film ‘da festival’, la ricerca di una qualche scusa per ottenere i soldi della film commission e della regione: tutti questi aspetti, filtrati dal tono ironico e ridicolo del film, raccontano con successo di come una certa componente di “scaltrezza” sia fondamentale nel cinema di oggi.
Il tono della pellicola, dunque, rende meno “agro” il suo contenuto. I due registi disegnano un ritratto del meridione italiano, contadino e poco all’avanguardia, una volta pieno di quelli stessi valori che oggi sono soffocati dalla crisi e dalla difficoltà nel trovare lavoro. La Basilicata viene descritta come una specie di mausoleo, una regione che sta morendo per via dell’emigrazione e della fuga dei suoi cittadini: i paesini si svuotano, il dialetto si dimentica e le attività commerciali restano in piedi grazie al turismo e alla bellezza della terra.
Il Vangelo secondo Mattei ritrae l’avverarsi delle paure di Pasolini: la fine di una società che, per quanto magari povera, rozza o poco educata e alfabetizzata, era comunque dotato di onestà, solidarietà e voglia di riscatto. Quella società, oggi, è diventata la location per dei film e dei resort; i Sassi, quelle grotte nelle quali tutti si ammalavano di tracoma, sono diventate le più esclusive abitazioni del mondo.