Dopo l’acclamato Quasi Amici, successo di pubblico e critica con Omar Sy e François Cluzet, la coppia di registi e sceneggiatori Eric Toledano-Olivier Nakache invita gli spettatori ad un surreale e divertente matrimonio, per un evento tutto da ridere.
I due registi, amici inseparabili nella vita e nel lavoro, hanno presentato alla 12. edizione della Festa del Cinema di Roma il loro ultimo lungometraggio C’est la vie! Prendila come Viene.
IL FILM, CAMPIONE DI INCASSI IN FRANCIA, SARÀ NELLE NOSTRE SALE DAL 1° FEBBRAIO
Il lungometraggio riprende sotto alcuni punti di vista la scuola della commedia all’italiana (il riferimento è chiaramente ad autori come Monicelli, Scola, Germi), dove le grandi risate derivano sempre da situazioni equivoche ed equivocabili, spesso tratte da contesti reali come una cena in famiglia, un incontro tra amici o, come in questo caso, un matrimonio.
La storia è corale, anche se il personaggio più ricorrente è Max (Jean-Pierre Bacri), il proprietario di un’attività che si occupa sia del catering che dell’organizzazione di cerimonie. Max è a capo di un team straordinario, professionale e organizzato, seppur ognuno dei membri abbia singolari peculiarità, che differenziano l’attività di Max da tutte le altre.
ORGANIZZARE UN MATRIMONIO NON È MAI STATO COSÌ DIVERTENTE
Pronti per il matrimonio di Pierre ed Elena (Benjamin Lavernhe e Judith Chemla), un “sobrio” evento in uno sfarzoso castello settecentesco, Max e i suoi dipendenti dovranno fare i conti con una serie di eventi imprevedibili, senza che l’organizzazione generale ne risenta.
La fumantina Adèle (Eye Haidara), braccio destro di Max, dovrà assicurarsi che la macchina organizzativa non si inceppi, anche se i primi problemi iniziano quando al dj scelto dagli sposi si sostituisce James (Gilles Lellouche), agli antipodi rispetto ai gusti della coppia.
Alle prese con una piccola rivoluzione del personale che si rifiuta di indossare l’abito da valletto scelto per l’occasione, un maldestro amico di Adèle che rischia di rovinare la cena e il lavativo fotografo Guy (Jean-Paul Rouve), il team di Max sarà impegnato non soltanto a lavorare al meglio, come sempre, ma anche a risolvere problemi di ogni sorta e fare in modo che la serata sia davvero speciale.
Unito e solidale, seppur non manchino i frequenti litigi, il gruppo di Max riuscirà a superare le difficoltà ed entrare nel vivo della festa.
Eric Toledano e Olivier Nakache scelgono di girare in oggettiva ed osservare dall’esterno ciò che succede nel colorato mondo della festa e soprattutto nel dietro le quinte.
L’originalità del film sta soprattutto nell’idea di mettere in primo piano il gruppo di lavoratori e di utilizzare il matrimonio come pretesto. I due registi hanno dedicato molta attenzione alla scrittura dei personaggi, che in C’est la vie! Prendila come viene appaiono con caratteri tanto definiti da sembrare reali.
Immaginiamo di trovarci ad osservare il caotico mondo di camerieri, chef, lavapiatti, musicisti e wedding planner nel mezzo dell’organizzazione di un costosissimo matrimonio e di vederli nel loro quotidiano, con le loro caratteristiche fisiche e caratteriali. Ciò che normalmente viene nascosto agli ospiti i due registi portano a conoscenza del pubblico, facendolo entrare nel mondo singolare quanto quotidiano di Max e del suo staff.
LA COPPIA TOLEDANO-NAKACHE RIESCE A DIVERTIRE CON SARCASMO E INTELLIGENZA
I registi centrano nuovamente il colpo e non deludono, confezionando una commedia ironica e spensierata, rimanendo sempre nel terreno della parodia intelligente, capace di inquadrare situazioni e personaggi non dissimili dalla realtà, spesso già di per sé beffarda.
C’est la vie! Prendila come viene dimostra la bravura di Eric Toledano e Olivier Nakache nel saper osservare la realtà e l’ottima capacità di scrittura che i due registi dimostrano, anche con questa prova. L’ennesima dimostrazione che la vera commedia è ancora viva nel panorama europeo, forse non più in Italia, dove, a dispetto di una produzione a dir poco sovrabbondante, il più delle volte i registi preferiscono tentare le strade più semplici della volgarità o dello scketchismo ridondante.
Un film in cui il pubblico può rispecchiarsi facilmente tanto nei lavoratori quanto negli invitati, un rito di passaggio che prima o poi tutti noi siamo costretti a vivere come protagonisti o spettatori e che sicuramente all’uscita dalla sala vedremo con occhi diversi. L’arrivo nelle sale italiane è previsto per il 1° febbraio su distribuzione Videa. Se potete, trovate qualche proiezione in lingua originale per godere appieno dei giochi di parole su cui si reggono molte delle gag.