C’era grandissima attesa per Babylon Berlin, la nuova serie di Sky Deutschland presentata alla 12. edizione della Festa del Cinema di Roma: creata da Henk Handloegten, Achim von Borries e Tom Tykwer (Cloud Atlas e Aspettando Il Re), si tratta della produzione televisiva in lingua tedesca più costosa di sempre (con un budget stimato di 40 milioni di euro, un vero e proprio kolossal). Abbiamo visto in anteprima i primi due episodi e l’impressione è quella di trovarci di fronte ad un prodotto che non ha nulla da invidiare ai grandi show americani o inglesi.
LA BERLINO COSMOPOLITA DEGLI ANNI ‘20 TRA CRIMINE E CAMBIAMENTI EPOCALI
Nella Berlino del 1929 il commissario Gereon Rath (Volker Bruch) si trova di fronte ad un caso spinoso che unisce politica, pornografia, corruzione e uno strano omicidio. La capitale tedesca sta vivendo un periodo molto particolare della sua storia: nonostante la grande crisi economica, la città può vantare una libertà culturale ed artistica senza precedenti, tale da permettere anche alle classi sociali meno abbienti di poter sognare una condizione migliore. Proprio come Charlotte Ritter (Liv Lisa Fries), una stenografa dalle origini molto umili che di notte vive una seconda vita segreta e trasgressiva; la sua vicenda personale si intreccerà con quella del commissario Rath.
LA FEDELE RAPPRESENTAZIONE DI UN PERIODO STORICO CRUCIALE
Ispirata al romanzo di Volker Kutscher Der Nasse Fisch, Babylon Berlin è un noir che ricorda molto, per messa in scena e qualità di scrittura, la serie Boardwalk Empire: oltre ad essere ambientate nello stesso decennio (Boardwalk Empire racconta la storia di un gangster nella Atlantic City dei ruggenti anni ‘20), con il period drama della HBO lo show di Sky condivide una cura maniacale per i dettagli (le scenografie e i costumi sono incredibili) e il taglio cinematografico.
In Babylon Berlin il protagonista (un bravo Volker Bruch) è il tipico antieroe che tanto piace alla televisione moderna, un poliziotto dal passato difficile e dalle condizioni fisiche precarie (soffre di stress post-traumatico causato dalla guerra) che ha molti scheletri nell’armadio e si trova, senza volerlo, invischiato in una situazione più grande di lui; anche il character di Charlotte è estremamente sfaccettato, classico esempio di donna forte in lotta per la propria indipendenza ed emancipazione.
La serie descrive in maniera accurata e senza filtri gli anni che cambiarono per sempre non solo la Germania ma il mondo intero: nelle prime due puntate infatti l’elemento più sorprendente è che il nazismo non viene mostrato (Hitler salirà al potere nel 1933) ma è palpabile la presenza di un’entità oscura pronta ad entrare in gioco mentre il ruolo dei comunisti nella politica tedesca è sempre più messo in discussione, logorati dalla lotta tra trotzkisti e stalinisti (lo show lascia intendere rapporti inconfessabili tra l’Unione Sovietica e il movimento nazionalsocialista).
Tom Tykwer, assieme a Handloegten e von Borries, sfrutta il grande budget e la totale libertà creativa a disposizione per un’opera che inevitabilmente vuole parlare, attraverso vicende di novant’anni fa, dei nostri giorni; un monito da parte dei tre autori per scongiurare il successo degli estremismi più beceri, capaci di raccogliere voti in situazioni di totale incertezza.
Se le premesse sono queste, Babylon Berlin può aspirare ad un posto di rilievo nel sempre più variegato panorama seriale europeo. Lo show debutterà in Italia su Sky Atlantic a partire dal 28 novembre per un totale di 16 episodi: se vi piace la televisione di qualità, non potete assolutamente perdervi questa piccola grande sorpresa.