Il Libro di Henry è ora disponibile in home video su distribuzione Universal Home Entertainment.
Colin Trevorrow colpevole o innocente? In questo caso non parliamo di molestie sessuali nel mondo di Hollywood ma di una polemica innescata dalla stampa americana sul licenziamento del regista, scelto nel 2015 dalla Lucasfilm per dirigere il nono episodio di Star Wars e licenziato questo settembre, due mesi dopo l’uscita del suo ultimo film Il Libro di Henry, che nelle sale italiane arriverà il 26 novembre distribuito da Universal.
A caldo molti siti esteri si affrettarono a collegare l’allontanamento del cineasta dal film di Guerre Stellari alla cattiva accoglienza di critica e pubblico ricevuta proprio da The Book Of Henry, ma ovviamente la realtà è sempre più complessa di qualche titolo ad effetto e – com’era facile intuire – si è poi scoperto che la ragione dietro la chiusura del rapporto con il blockbuster Disney era legata alla volontà di Trevorrow di fare il bello e il cattivo tempo sul set, a dispetto delle indicazioni di Kathleen Kennedy (che nel franchise dei Jedi sono ormai legge).
A questo punto però sarebbe anche opportuno riflettere su cosa sia giusto definire come un ‘flop’ e a cosa possa condizionare una così cocente delusione delle aspettative d’Oltreoceano: i temi trattati, la mancanza di struttura, la pessima scelta dell’accompagnamento sonoro, il cast, l’insuccesso al botteghino? Oppure la responsabilità va scaricata esclusivamente sul regista, che avendo la responsabilità di coordinare e indirizzare un vastissimo lavoro di gruppo, finisce per essere il capro espiatorio naturale?
Alla regia de Il Libro di Henry si può dare la colpa di non aver valorizzato e guidato al meglio gli elementi, certo, ma va spezzata una lancia in favore di Colin Trevorrow, perché il suo ultimo lavoro, pur non essendo un capolavoro, non merita assolutamente il trattamento eccessivamente severo che gli è stato riservato. Semmai è la sceneggiatura di Gregg Hurwitz a mostrare i difetti maggiori, mentre la storia della pellicola si sviluppa verso una tensione graduale fino a mettere a nudo gli aspetti più oscuri dell’America di provincia.
Trevorrow racconta la storia di una famiglia americana non convenzionale
Il Libro di Henry è un film corale, a dispetto del titolo, i protagonisti sono i membri della famiglia Carpenter, Henry (Jaeden Lieberher), sua madre Susan (Naomi Watts) e il fratello minore Peter (Jacob Tremblay).
Henry è un undicenne non convenzionale, un piccolo genio che si diverte costruendo giochi meccanici invece di guardare la tv o giocare con i videogames, passione invece della madre, cameriera per necessità ma scrittrice per vocazione. Henry non si comporta come un ragazzino di undici anni, dotato di intelligenza e cultura superiori alla media, decide di votarsi alla giustizia ed aiutare tutte le persone che vede in difficoltà a partire dalla sua famiglia. La mamma, lavoratrice single e donna insicura che aiuta sia nelle faccende domestiche che nell’economia famigliare e il fratellino Peter, sensibile e impacciato, che difende dai bulli della scuola e addestra alla vita.
Da ingegnere ad investigatore, Henry dovrà risolvere un difficile caso
La curiosità di Henry lo spinge ad osservare gli strani atteggiamenti della vicina di casa e compagna di scuola Christina (Maddy Ziegler), vittima di abusi da parte del patrigno Glenn Sickleman (Dean Norris) e ad escogitare un elaborato stratagemma per salvarla.
Il destino però non si mette dalla parte di Henry che si troverà costretto ad affidare la riuscita del piano alla madre Susan, che a sua volta dovrà mettersi alla prova e superare le sue paure, entrando nella filosofia di vita di Henry e nei limiti di un undicenne che parla come un adulto ma agisce come un ragazzino.
Il tono confuso ed eccessivo di un film trasformista
Il Libro di Henry, che prende il titolo dalle istruzioni che il ragazzo lascia alla madre, è una miscellanea di generi e stili che usa il linguaggio degli adulti per mostrare la storia di un gruppo di bambini. Lontanissimo dal concept di film come Super 8 di J.J. Abrams, che vede uniti adulti e bambini nella risoluzione di un caso, Trevorrow ha voluto dare al suo lungometraggio una connotazione autentica, sbagliando a lavorare troppo sul soggetto e la sceneggiatura di Gregg Hurwitz, che presenta degli imbarazzanti buchi narrativi.
L’autore del bestseller Orphan X sarà anche un giovane talento della letteratura a stelle e strisce ma a livello di sceneggiatura e non di narrativa con Il Libro di Henry dimostra di non aver compreso quanto la commistione di elementi sia un terreno difficile da mettere in scena. Seppur il soggetto sia interessante nella sua accezione più filosofica e nell’inversione di ruoli che propone, lo script risulta molto debole proprio nella parte in cui il dramma si trasforma in thriller (che ne dovrebbe essere il punto di forza) e nell’introspezione dei personaggi che è quasi nulla.
Infelice la scelta della colonna sonora originale di Michael Giacchino, stucchevole e poco in linea con la caratteristica del film, un family drama che nella seconda parte aumenta di intensità trasformandosi in un thriller, dove Susan-Naomi Watts ne diventa protagonista.
Colin Trevorrow dunque non è uscito illeso da questo lavoro ma non gli si possono attribuire colpe che non ha, come l’intreccio di dubbio gusto e i buchi narrativi. Anzi, per quanto riguarda l’esecuzione e la tecnica registica Trevorrow dimostra il talento che aveva palesato con il suo primo film da indipendente Safety No Guaranteed e successivamente con Jurassic World, un sequel riesumato dopo tredici anni di giacenza e riportato alla luce da una vision fresca e moderna. Il Libro di Henry riesce non annoiare grazie alla dinamica in crescendo e ad un cast molto valido.
Il protagonista Jaeden Lieberher già visto e apprezzato in St. Vincent con Bill Murray, Naomi Watts molto credibile nel ruolo di questa madre un po’ hippie, vessata dalla vita ma mai privata della speranza e anche il fratello Peter è interpretato da un giovanissimo attore Jacob Tremblay, molto espressivo e in linea con il ruolo che gli è stato assegnato.
Non è certamente un’attrice prodigio ma la coprotagonista Maddie Ziegler è la ballerina che ha interpretato la cantante Sia in cinque video, tra i più visti degli ultimi anni, purtroppo poco valorizzata nel plot che sfrutta le sue caratteristiche soltanto per una scena secondaria.
The Book of Henry presenta molti difetti ma non di più di tantissimi blockbuster che invadono cinema e televisione e le cui storie si sviluppano attraverso passaggi completamente privi di senso. Questo film invece un senso ce l’ha e seppur costellato di elementi che non riescono a farne un prodotto credibile fino in fondo, dimostra il coraggio di portare sul grande schermo una storia non convenzionale, un ragazzino che usa l’ingegno e la fantasia per dare a tutti la lezione che i prepotenti perdono sempre nella vita, mentre il coraggio resta per sempre.