Nella suggestiva Sala Regia di Palazzo Venezia a Roma si è tenuta ieri la cerimonia di premiazione della 42° edizione dei Premi Vittorio De Sica, istituiti nel lontano 1975 dal compianto Gian Luigi Rondi per commemorare il grandissimo regista padre del neorealismo e della commedia all’italiana, e al contempo per celebrare personalità del mondo del cinema, dell’arte, della scienza e della cultura che si siano distinte per particolari meriti.
A introdurre la manifestazione il regista, attore e sceneggiatore Giuliano Montaldo, succeduto lo scorso anno a Rondi nella presidenza dell’ente David di Donatello dell’Accademia del Cinema Italiano. Nel ricordare la storia della prestigiosa manifestazione, Montaldo ha speso parole di elogio per i premiati ma ha anche riflettuto sull’importanza della location, nella quale nel 1770 si esibì un Mozart quattordicenne e che nel 1842 ospitò la prima esecuzione dello Stabat Mater di Rossini.
A portare il saluto della famiglia De Sica è stata invece Maria Rosa De Sica, nipote del grande cineasta, che pur non avendo avuto la fortuna di conoscerlo ha condiviso alcune delle infinite testimonianze di parenti, amici e colleghi che, negli anni, le hanno permesso di conoscere in modo sorprendentemente ricco la vicenda umana del regista. Ne è conseguita una riflessione sull’amore di De Sica verso i propri personaggi e verso l’esperienza umana in generale.
Tra le molte discipline celebrate dall’iniziativa, come sempre ha una particolare importanza la settima arte, che ha visto premiati esponenti dei più disparati campi del settore. Per la regia il riconoscimento è andato a Gianni Amelio, accolto con un particolare calore dal pubblico nella sala, mentre le medaglie per gli attori sono andati al duo comico Ficarra e Picone, distintosi per l’apprezzato L’Ora Legale, e ad Athina Cenci.
I talenti emergenti insigniti della medaglia in questa edizione sono la giovane e bravissima Selene Caramazza, distintasi con quel Cuori Puri che abbiamo visto a Cannes, e Andrea Carpenzano, già destinatario della menzione speciale Premio Biraghi ai Nastri d’Argento per Tutto quello che vuoi.
La Federica di Giacomo di Liberami è stata premiata per il settore del documentario e il Premio Strega Domenico Starnone è invece il nome scelto per la sceneggiatura.
Premiati anche Marco Belardi come produttore, Enrico Magrelli per la critica e Moira Mazzantini in qualità di agente cinematografica.
Non solo cinema ai De Sica, e infatti anche questa edizione ha spaziato nelle più eterogenee discipline. Il Premio per il giornalismo è andato a Fabio Fazio, quello per la danza alla etoille Eleonora Abbagnato, quello per il teatro a Ottavia Piccolo e Ferruccio Soleri e quello per la società a Gino Strada, che ha rivolto un pensiero a tutto coloro che nel mondo non trovano un’assistenza medica.
Il riconoscimento per l’editoria è andato a Daniele Di Gennaro, quello per la letterarura a Stefano Massini, e quindi per la musica è stata premiata la grande direttrice d’orchestra Speranza Scappucci, per la tutela del patrimonio artistico Fabrizio Parrulli, a capo del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, e per la medicina e la fisica, rispettivamente, il medico e ricercatore Fernando Aiuti e il fisico teorico e divulgatore Carlo Rovelli.