Assistente alla regia di Matteo Garrone in Gomorra, Reality e Il Racconto dei Racconti, Andrea Tagliaferri ha deciso di camminare con le proprie gambe e ha presentato il suo primo lungometraggio Blue Kids, di cui firma anche lo script insieme a Pier Paolo Piciarelli, al Torino Film Festival 35, nel concorso principale Torino 35.
Un film ambizioso il suo; una fiaba nera che, nonostante duri appena 75 minuti, riesce a coinvolgere e colpire per sceneggiatura e scelte stilistiche. I blue kids del titolo, senza nome, sono fratello (Fabrizio Falco) e sorella (Agnese Claisse), che alla morte della madre scoprono che l’eredità appartiene al padre (Lorenzo Gioielli) e alla sua nuova famiglia. Una situazione inaccettabile per i due fratelli, che decidono di compiere un gesto estremo per poi fuggire insieme. Il loro è un legame morboso, simbiotico, che la macchina da presa ritrae nella sua essenza.
L’opera prima di Andrea Tagliaferri vuole raccontare prima di tutto uno stato d’animo, e cioè il malessere profondo che porta i due blue kids a vivere come dentro una bolla, in un mondo che appartiene solo a loro e in cui valgono i loro codici, condivisi tra i due ma non con il resto dell’umanità. Una bolla che rende normale ciò che normale non è, in cui comportamenti e azioni lontanissimi dall’etica socialmente accettabile assumono una naturalezza e una banalità disarmanti.
L’assenza di una morale propriamente concepita non è però una condizione tale da impedir loro di coltivare un qualche senso di umanità: nel loro mondo i sentimenti sono una componente fondamentale, tanto che i due non potrebbero vivere l’uno senza l’altra: il loro isolamento condiviso è anzi una strategia di fuga da un passato interrotto.
Blue Kids è un viaggio non moraleggiante nella ferocia del quotidiano, nel quale la finzione narrativa riporta immediatamente alla memoria numerosi casi di cronaca nera in cui ci siamo imbattuti negli anni – basti pensare ai crimini di Erika e Omar o a quelli di Pietro Maso.
Fabrizio Falco e la sorprendente Agnese Claisse riescono a fare propri i sentimenti e i lati oscuri di due personaggi conflittuali quanto tetri con una naturalezza sorprendente, riuscendo a fare percepire allo spettatore il loro legame e l’amore provato l’uno per l’altra. Interessante quanto sensuale l’elemento di rottura rappresentato Matilde Gioli, la cameriera.
Blue Kids è un film convincente, con una sceneggiatura ottima, non distante da I pugni in tasca, opera prima di Marco Bellocchio. La fotografia di Sara Purgatorio ben si sposa con lo storytelling, con le fitte nebbie che fanno da sfondo perfetto alle vicende dei due fratelli. Una pellicola che vi consigliamo di recuperare quando arriverà nelle sale italiane.