Il nome di Paul Schrader è molto noto, certo, eppure non gode della popolarità che meriterebbe. Il regista e sceneggiatore statunitense, infatti, è sì stato dietro la macchina da presa per pellicole di grande successo come American Gigolo e il remake de Il Bacio della Pantera, eppure ha dato il suo meglio con gli script scritti per altri e, si sa, gli sceneggiatori non godono mai del riconoscimento che meriterebbero.
Portano infatti la firma di Schrader i copioni di capolavori di Scorsese come Taxi Driver, Toro Scatenato e L’Ultima Tentazione di Cristo, mentre per De Palma scrive Obsession e per Pollack co-sceneggia Yakuza (il suo debutto). Una lunga serie di successi solo raramente interrotta da qualche porta chiusa in faccia (il suo script per Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo venne rifiutato per la componente religiosa, mentre il prequel de L’Esorcista da lui diretto venne messo in un cassetto perché ritenuto troppo poco commerciale).
Ora arriva in home video grazie a CG Entertainment Cane Mangia Cane (titolo originale Dog Eat Dog), un lavoro in cui Schrader siede dietro la macchina da presa e contribuisce solo in modo minimale allo script, che delega a Matthew Wilder, su un soggetto tratto dall’omonimo romanzo di Edward Bunker.
Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes nel 2016, il film è un crime violento ma ironico che ripropone molte delle tematiche care all’autore di Grand Rapids. Come spesso accade anche nella realtà, l’opera parte da una premessa amara ma realistica: le carceri sono spesso in luogo che, anziché contribuire al reinserimento sociale, finisce per esasperare vite già deragliate. Troy (Nicholas Cage), Mad Dog (Willem Dafoe) e Diesel (Christopher Matthew Cook) si sono conosciuti dietro le sbarre e, una volta fuori, continuano a formare un gruppo. Uomini violenti in un mondo spietato, ricevono da un boss l’incarico di rapire un bambino ma, quando le cose andranno irrimediabilmente male, i tre dovranno cercare di sottrarsi tanto alle maglie della legge quanto alla morsa della malavita.
Se non possono essere riconosciuti a Schrader grandi meriti in fase di scrittura, la sua direzione di camera precisa, intrisa di ritmo e sempre di grande efficacia brilla anche in quella che, a tutti gli effetti, è una sua pellicola minore. Nessun dubbio sul cast, in particolar modo su quel Willem Dafoe con cui Schrader ha già collaborato con grande successo in passato.
Tra tematiche crime, venature noir, parentesi action e qualche elemento di black comedy, Cane Mangia Cane, con i suoi essenziali 91 minuti, non ha l’ambizione di riscrivere le basi di un genere ma al contempo si pone come un lavoro non immediatamente ascrivibile a un genere eppure scorrevolissimo e piacevole da guardare, che a tratti seduce e diverte ma, in fin dei conti, ci ricorda con amarezza il principio dell’homo homini lupus.