“Strana la vita. Quando uno è piccolo, il tempo non passa mai. Poi, da un giorno all’altro, ti ritrovi a cinquant’anni, e l’infanzia o quel che ne resta è in una piccola scatola, che è pure arrugginita”. La battuta della celebre pellicola francese del 2001 Il Favoloso Mondo di Amélie rappresenta in modo sintetico ed efficace la marcia inesorabile del tempo: fin dalla notte dei tempi gli esseri umani hanno il timore di invecchiare e di affrontare le conseguenze che questa condizione comporta. La regista transalpina Blandine Lenoir tratta la tematica con ironia nel film 50 Primavere, che uscirà nelle sale il 21 dicembre grazie a Bim Distribuzione.
LA PROTAGONISTA È UNA DONNA DI MEZZA ETÀ IN PROCINTO DI DIVENTARE NONNA
Aurore (Agnès Jaoui) è una cinquantenne separata che ha perso il lavoro da poco (come cameriera in un ristorante) e ha scoperto che avrà presto un nipotino. Un giorno la donna incontra per caso Christophe (Thibault de Montalembert), il suo amore giovanile: dopo essersi sentita un rifiuto della società, all’improvviso Aurore recupera l’entusiasmo perduto perché frequentare la sua vecchia fiamma le regala una nuova opportunità per ricominciare ad assaporare i piaceri della vita.
UNA COMMEDIA CHE SI RIVOLGE A UN TARGET BEN PRECISO
Con il suo secondo film Blandine Lenoir, attrice prestata alla regia (ha anche recitato in un paio di opere di Gaspar Noé, Carne e Seul Contre Tous), continua il viaggio all’interno dell’universo femminile raccontando in questa occasione la storia di un personaggio che, tra alti e bassi, acquisisce la consapevolezza dell’importanza di ogni fase dell’esistenza.
L’opera è a tutti gli effetti una commedia romantica, con tutti i cliché che ne comporta: Aurore e Christophe si incontrano, scatta un nuovo colpo di fulmine e, nonostante i ricordi infelici del passato, i due sono destinati a ritornare insieme. La Lenoir inserisce nel corso degli 89 minuti alcune situazioni comiche ben strutturate (come ad esempio le gag sulla menopausa, le simulazioni di un colloquio di lavoro o le scenette con la sua migliore amica) ma la pellicola non riesce ad andare oltre al sentimentalismo di fondo che di solito caratterizzano prodotti audiovisivi come 50 Primavere. È apprezzabile lo sforzo della regista di mettere in scena gioie e dolori di una protagonista femminile che, grazie all’amore delle figlie, degli amici e del suo Christophe, trova la forza per andare avanti però il lungometraggio non ha particolari guizzi ed è prevedibile dall’inizio alla fine.
Tutto sommato 50 Primavere non è un brutto film perché è girato bene e le interpretazioni degli attori sono tutte validissime (su questo aspetto, i francesi sono una garanzia) eppure manca sempre quell’acuto, quel tocco in più che permetterebbe all’opera di distinguersi. Blandine Lenoir si rivolge soprattutto alle spettatrici: non c’è alcun dubbio che il punto di vista di una donna sia più indicato per portare sul grande schermo storie di questo genere; il punto è che la Lenoir parla solo a quel determinato target, senza coinvolgere in alcun modo il pubblico maschile.
50 Primavere è un’onesta pellicola commerciale che intrattiene e, in alcuni momenti, diverte; tuttavia l’ultima fatica della cineasta non offre nulla di originale e veramente interessante. Dal cinema francese è lecito aspettarsi ben altro.