I tempi cambiano e con loro anche la tecnologia; così il regista Jake Kasdan a venti anni di distanza riporta sullo schermo l’immaginario di Jumanji, film cult del 1995 con Robin Williams e Kirsten Dunst, riadattandolo alla contemporaneità. Al posto del gioco da tavolo una consolle intrisa della magia di Jumanji trasporta in un mondo virtuale i protagonisti Spencer (Alex Wolff), Fridge (Ser’Darius Blaine), Bethany (Madison Iseman) e Martha (Morgan Turner).
Un vecchio gioco da tavolo diventa un videogame immersivo
I giovani protagonisti, puniti dal preside per aver violato alcune regole scolastiche, si trovano insieme nello scantinato della scuola, dove recuperano tra gli scatoloni una vecchia consolle con cui iniziano a giocare. Scelti i personaggi si trasformano però nei loro avatar Dr. Bravestorm (Dwayne Johnson), Finbar (Kevin Hart), Prof. Oberon (Jack Black) e Ruby Roundhouse (Karen Gillian). Catapultati in una realtà virtuale che a stento riescono a comprendere, i quattro protagonisti si trovano a fare i conti con i loro nuovi corpi: Spencer da nerd mingherlino è un uomo coraggioso (soprattutto muscoloso), e al contrario Fridge da sportivo diventa l’impacciato Finbar. Anche le ragazze sono costrette in avatar completamente diversi dal loro aspetto reale, la frivola it girl Bethany è il prof. Shelly Oberon, un cartografo di mezza età goffo e con la pancetta, mentre la timida Martha diventa una coraggiosa eroina moderna, impersonando Ruby Roundhouse.
Immerso nel mondo di Jumanji, una giungla inospitale dominata da bestie feroci e pericoli in ogni dove, il quartetto dovrà affrontare i livelli del gioco e le relative avventure per sconfiggere Josh Hardin (Bobby Cannavale), un archeologo votato alla magia nera e scongiurare il pericolo del game over, che costringerebbe i ragazzi a rimanere intrappolati per sempre nel videogame.
Un’avventura per scoprire il valore dell’amicizia
Jumanji: Benvenuti nella Giungla prende in prestito la celebre canzone dei Guns’n Roses per scandire il ritmo di un’avventura adolescenziale che privilegia l’aspetto comico a dispetto dell’azione, che risulta marginale e poco incisiva. Il regista Jake Kasdan (Orange County, Bad Teacher, Sex Tape) costruisce, sulla buona sceneggiatura di Zach Helm, Chris McKenna e Jeff Pinkner, un sequel che riprende i temi principali del cinema per ragazzi, aggiungendo una connotazione fantastica e avventurosa.
La classica inversione dei ruoli aiuta i quattro protagonisti a tirare fuori le proprie emozioni e praticare una sorta di autoanalisi, individuando i punti di forza e quelli di debolezza. Lo stress causato dalla paura di rimanere intrappolati per sempre in un videogioco contribuirà a legare il gruppo, ristabilendo il contatto umano che sembra essere svanito a favore di un’identità sempre più social.
Jake Kasdan sembra avvicinarsi con Jumanji: Benvenuti nella Giungla ad un genere “spielbergiano”, un ritorno al cinema per famiglie, leggero e godibile, senza troppi colpi di scena, tragedie e violenza.
Dwayne Johnson in scena con la comicità da wrestler
Quello che nel film stona è un eccessivo uso dei momenti comici, troppi e abusati soprattutto nelle battute di Dwayne “The Rock” Johnson, che sfoggia tutta la sua esperienza di ex wrestler (con delle cadute esemplari) ma che dopo la prima mezz’ora inizia a risultare ridondante e noioso.
Jack Black, al contrario, è perfettamente in linea per tutto l’arco narrativo con il suo alter ego femminile, il ruolo da spalla lo rende il personaggio più divertente e significativo del film. Oberon rappresenta l’inversione di ruolo più radicale, dimostrando alla cheerleader rinchiusa in uno strambo corpo maschile, che oltre ad i social esiste un mondo reale, più interessante di quello che sembra.
Anche Karen Gillian, la Amy Pond di Dottor Who, riesce bene nella sua eroina ispirata chiaramente a Lara Croft ma decisamente più autoironica, mentre il ruolo minore dell’ex teen idol Nick Jonas (che interpreta Alex, il punto di connessione con il primo Jumanji) risulta davvero poco convincente e scialbo.
Jumanji: Benvenuti nella Giungla, al cinema dal 1 gennaio 2018, riprende la colonna portante di Jumanji di Joe Johnston, ma se la prima versione si basava su un gioco da tavolo dove a farla da padrone era la magia (e la fantasia), questo sequel/reboot del film del 1995 è molto più immersivo e realistico. Meno classico del primo e raccontato con un linguaggio fresco, intriso di una “sana” comicità, questa nuova avventura di Jumanji è adatta soprattutto ad un pubblico in età scolastica.
Tuttavia il film di Jake Kasdan parla a tutti con un linguaggio semplice e chiaro, non è escluso dunque un effetto nostalgia per chi è cresciuto con il primo film, ora diventato adulto, che voglia godersi due ore di puro entertainment viaggiando nel mondo parallelo di Jumanji.