Una strepitosa colonna sonora accompagna questa pellicola fuori dagli schemi di Spike Lee, il quale cerca di mettere insieme horror, commedia, romanticismo e dramma. Il Sangue di Cristo (titolo originale Da Sweet Blood of Jesus) è il remake di una dimenticata pellicola di culto di Bill Gunn, Ganja & Hess, e racconta del legame fra uomini, delle loro dipendenze e del bisogno di fede in ognuno di noi. Per quanto a tratti manchi di coesione, ciò che il regista newyorkese è riuscito a mettere insieme è un lavoro tanto peculiare da privare lo spettatore di molti dei punti di riferimento tipici del genere.
La storia prende le mosse dall’horror classico, seguendo le vicende di un uomo che, entrato in contatto con un antico artefatto, si trasforma in vampiro. La narrazione prenderà però una piega inaspettata quando il Dr. Hess – questo il nome del protagonista – si innamorerà della bella Ganja Hightower, una donna che lo farà ragionare in modo nuovo sul sesso, sulla droga e sul sangue.
SPIKE LEE IN VERSIONE HORROR
Se togliete le citazioni ai New York Knicks e a Brooklyn, Il Sangue di Cristo è quasi un unicum nella carriera di Spike Lee. Lo è sin dalla sua pre-produzione, poiché esso è stato finanziato grazie ad una campagna da 1,4 milioni di dollari su Kickstarter. A questo aggiungete il sangue, la componente “horror” e otterrete questo stranissimo prodotto ibrido, costituito da scene da film dell’orrore tanto quanto da sequenze tipiche della commedia romantica.
Spike Lee vuole raccontare, ancora una volta, l’orgoglio e la “forza” delle minoranze: le donne e gli afroamericani. Il Sangue di Cristo, infatti, è un film sul ritorno alle origini dell’uomo, allo stato animale. Il manufatto che maledice Hess è un antico oggetto africano, risalente all’epoca pre-egizia, agli antenati di Spike Lee. Grazie ad esso e per colpa di esso, il protagonista acquista una insaziabile sete di sangue e al contempo diviene immortale. Il suo ritorno allo stato degli antenati lo rende incredibilmente potente e al contempo vulnerabile.
Durante la prima parte di film lo vediamo assalire una prostituta, strangolarla e decollarla per poter bere il suo sangue e nutrirsi. L’orrore della sua maledizione viene proposto allo spettatore in modo diretto e senza filtri, mostrando il sangue che schizza sui cuscini e sul corpo della malcapitata.
A mettere in discussione l’esistenza di Hess, sarà l’incontro con la vedova Hightower, colei che lo metterà in difficoltà e lo farà ragionare sulla sua nuova vita.
IL CAMBIO DI GENERE: DA HORROR A COMMEDIA ROMANTICA
Dall’incontro il film muta e diventa una commedia romantica, all’interno della quale il protagonista si trova faccia a faccia con l’amore. Ganja è la classica eroina di Spike Lee alla Lola Darling, per intenderci. È fiera del suo aspetto, battagliera, seducente e determinata. Racconta del suo passato travagliato e non si impaurisce dinnanzi alla “dipendenza” di Hess.
Purtroppo, il cambio repentino di genere è il momento in cui Il Sangue di Cristo comincia a vacillare. Ciò che le premesse annunciavano, un classico film dell’orrore con protagonista un vampiro, secondo lo stile di Spike Lee, lascia il posto ad una storia d’amore che potrebbe deludere le aspettative degli amanti dei film del terrore.
Ciò che manca, infatti, è una coesione fra le parti, una vera ibridazione fra i generi. Manca, insomma, ciò che ha reso un capolavoro Un lupo mannaro americano a Londra, ovvero la perfetta ibridazione tra due diverse idee di cinema, l’abbattimento delle barriere del genere per creare una sintesi inaspettata e organica. Non aiuta il fatto che il film, per via del suo budget limitato, sia stato girato in soli 16 giorni.
Al netto di ciò, Il Sangue di Cristo è un’operazione che proprio per la sua particolarità e il suo regista merita la dovuta attenzione, arricchita da una stupenda colonna sonora Jazz e Rap che anima tutta la pellicola, e per la quale Lee ha richiesto il contributo della rete, ricevendo tramite i social media ben 800 brani da musicisti indipendenti.
Degni di menzione gli straordinari titoli di testa, nei quali Lee riprende un ballerino che improvvisa sinuoso sulle note di un pianoforte, sino a una conclusione in cui, mentre incorpora alcuni movimenti del basket nella sua coreografia, sentiamo il suono dei rimbalzi e del canestro.
Mai distribuito nel nostro paese, il film arriva direttamente in home video in Italia grazie all’encomiabile Midnight Factory. Da segnalare che, in una piccola parte, troverete anche l’amatissimo Rami Malek di Mr. Robot.