Noi italiani conosciamo bene lo scrittore Antonio Skármeta, dato che da uno dei suoi romanzi (Ardiente Paciencia) è stato tratto uno dei film nostrani più famosi degli anni ’90: Il Postino. Questa volta a portare sul grande schermo l’autore cileno ci ha pensato Selton Mello: in O Filmhe Da Minha Vida (The Movie Of My Life), film presentato nella selezione ufficiale della 12. edizione della Festa del Cinema di Roma, il regista brasiliano interpreta anche il personaggio più interessante, un uomo dalla dubbia moralità di nome Paco.
Ambientato nel Brasile degli anni Sessanta, il film segue le vicende di Tony Terranova (Johnny Massaro), un giovane appassionato di cinema e poesia figlio di un francese (Vincent Cassel) e di una brasiliana. Il ragazzo, che insegna la lingua francese a scuola, deve però fare i conti con la sua vita, tra l’amore e l’assenza di un padre che lo ha abbandonato.
A causa di opere come i due Tropa De Elite, Il Mio Nome è Johnny o City of God il cinema brasiliano, negli ultimi anni, è spesso associato alla rappresentazione della criminalità del paese: le favelas, la prostituzione, lo spaccio e le faide. Selton Mello cerca di discostarsi con ogni mezzo possibile da quel mondo e lo fa grazie ad una messa in scena barocca, volutamente irrealistica. Perché in The Movie Of My Life tutto è colorato e luminoso: il paesino di Remanso è un luogo idilliaco nel quale le persone si conoscono, si rispettano e si vogliono bene. A poche fermate di treno da lì, in una piccola città contigua, esiste “l’oasi del divertimento”: il cinema e il bordello, ciò che gli uomini amano con la stessa passione (tanto da pianificare il viaggio verso la terra dei balocchi). Il “programma” tipico dei cittadini di Remanso infatti prevede un pranzo rapido al ristorante, la visione di un film e poi la gita conclusiva al bordello, il luogo di crescita per eccellenza.
In questo senso The Movie Of My Life ricorda molto il cinema di Giuseppe Tornatore. Ricorrono i temi della passione atavica e romantica per la settima arte, il gusto per la ricostruzione e per le scenografie, il piccolo paese che viene “agitato” da una donna la cui bellezza è singolare. A Remanso poi sono addirittura due le bellezze: le sorelle Madeira, Petra e Luna, interpretate dalle splendide Bia Arantes e Bruna Litzmeyer (attrici e modelle brasiliane). Esse rappresentano per Tony due ideali di bellezza diversi: Petra è l’attrazione carnale, l’amor profano mentre Luna è l’amica di una vita, la compagna di mille avventure. Nella relazione del protagonista con quest’ultima si legge tutto lo spirito romantico di questa pellicola: una idealizzata relazione fatta di gite campestri, lettere d’amore ed effusioni caste e romantiche. Un rapporto che esiste soltanto nelle opere di finzione.
Tutto in The Movie Of My Life trasuda gioia e allegria: persino un padre che abbandona la famiglia non è vissuto come un evento tragico. I colori e i paesaggi brasiliani sono splendidi e chiari, luminosi e gradevoli da guardare. Luoghi come il bordello vengono ridotti a semplici riti di passaggio, anche se a compierli è un ragazzino di nemmeno quindici anni (e per giunta studente del professore che lo accompagna). È questo il problema del film di Selton Mello: diventa stucchevole come un’opera rococò per quanto sia colorato, colmo di musica e di “joie de vivre”, a maggior ragione se consideriamo che il lungometraggio parla di una tematica tutt’altro che allegra come l’abbandono paterno. Eppure alla pellicola interessa solo far gioire e commuovere, sdrammatizzare e sorridere come soltanto i brasiliani sanno fare.