La prima stagione di American Crime Story, serie antologica del canale americano basic cable FX, ha avuto un grande successo di pubblico e critica: lo show prodotto da Ryan Murphy nel 2016 ha appassionato gli spettatori di tutto il mondo con il dettagliato racconto di uno dei processi giudiziari più famosi degli ultimi trent’anni (il caso O.J. Simpson), aggiudicandosi premi importanti come l’Emmy e il Golden Globe come Miglior Miniserie. Nei piani iniziali del network la seconda stagione avrebbe dovuto trattare la tragedia dell’uragano Katrina, ma il progetto è slittato per lasciare il posto ad una vicenda di cronaca nera molto più mediatica e glamour: l’omicidio dello stilista italiano Gianni Versace, assassinato a Miami sugli scalini della propria abitazione il 15 luglio 1997.
LA MORTE DI UN’ICONA MONDIALE DELLA MODA
La première ci mostra la morte di uno dei stilisti più apprezzati nel panorama internazionale: in una mattina d’estate, Gianni Versace (Édgar Ramirez) viene ucciso a sangue freddo da Andrew Cunanan (Darren Criss), un giovane omosessuale accusato dell’omicidio di altre quattro persone. Dopo l’efferato delitto, l’azienda di famiglia passa nelle mani della sorella di Gianni, Donatella (Penelope Cruz), mentre l’FBI comincia una caccia all’uomo cercando di far luce sulla vita privata dello stilista italiano e del suo compagno Antonio D’Amico (Ricky Martin).
UNA PREMIÈRE CHE LASCIA BEN SPERARE
C’era grande attesa attorno a The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story (in Italia andrà in onda il 19 gennaio su Fox Crime alle 21:05), anche per via delle polemiche create alla vigilia del suo debutto: basate sul libro del 1999 della giornalista di Vanity Fair Maureen Orth Vulgar Favors: Andrew Cunanan, Gianni Versace, and the Largest Failed Manhunt in U.S. History, le nuove puntate del prodotto FX hanno generato una controversia con la famiglia Versace che, con ben due note ufficiali, ha prima dichiarato di non aver avuto alcun ruolo nella produzione della stagione (non avendo autorizzato l’opera cartacea originale) e poi ha accusato la stessa Orth di speculazione e sensazionalismo. Da parte sua Ryan Murphy ha difeso il libro della giornalista americana e, nel dirigere il primo episodio, ha dimostrato come American Crime Story sia uno show capace di cambiare pelle in base alla storia che vuole raccontare.
La première, scritta dal romanziere inglese Tom Rob Smith, ci mostra il lato meno conosciuto e più trasgressivo di Versace, un uomo dalla straordinaria vitalità anche dal punto di vista sessuale. Ma il vero, grande protagonista della puntata è il carnefice: Smith infatti tratteggia in maniera minuziosa il character di Cunanan, un personaggio borderline complesso e affascinante che, da gigolò d’alto bordo, si trasforma in un pericolosissimo criminale. Nel corso dei 52 minuti di durata, tra flashback e ricostruzioni, The Man Who Would Be Vogue (il titolo dell’episodio) coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine grazie ad un ritmo narrativo gestito in maniera esemplare e, soprattutto, alla regia di Murphy che, omaggiando la produzione creativa di Versace, sceglie di adottare uno stile molto più barocco, colorato e ricercato rispetto alla prima stagione di American Crime Story (per esempio nella scelta del tema musicale). Azzeccato inoltre è il casting perché, se da un lato Darren Criss e Édgar Ramirez sono perfetti nei loro ruoli (è impressionante la somiglianza di Ramirez con lo stilista), dall’altro hanno convinto anche gli interpreti più conosciuti (e criticati prima della messa in onda): Ricky Martin è credibile nei panni del partner di Gianni Versace e Penelope Cruz, che fisicamente ha decisamente poco in comune con Donatella Versace, è totalmente a suo agio nella parte (complice anche il rapporto di conoscenza tra la diva spagnola e la stilista italiana).
Se il buongiorno si vede dal mattino, The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story promette di essere all’altezza degli alti standard dello show FX; a giudicare dal vespaio che ha suscitato, l’attenzione mediatica nei confronti della creatura di Ryan Murphy e soci è molto alta e, statene pur certi, la serie continuerà a far parlare molto di sé.