Il nostro protagonista si chiama Howard Silk, ha una sessantina d’anni e per metà della sua vita ha lavorato per un dipartimento delle Nazioni Unite a Berlino, ricoprendo una posizione tutt’altro che invidiabile. È un tipo educato, rispettoso delle regole al punto tale da non porsi alcuna domanda, anche se non comprende fino in fondo la natura del suo lavoro.
Quando un giorno Howard chiederà al suo capo una promozione, non solo se la vedrà negata, ma verrà messo a conoscenza del fatto che esiste un universo parallelo al suo; un mondo quasi speculare a cui si può accedere attraverso un portale in mezzo agli uffici che frequenta da trent’anni, abitato da un’altra versione di lui. Come prenderà questa rivelazione un individuo dalla personalità scialba con una carriera ordinaria, uno dei tanti che si confonde nella massa?
I due Howard Silk, apparentemente diversi solo per abiti, movenze e linguaggio, avranno modo di conoscersi e scopriranno presto delle differenze caratteriali non trascurabili.
UN IBRIDO TRA THRILLER E FANTASCIENZA
Questa è la trama di Counterpart, la nuova serie del canale premium cable Starz, che dopo aver lanciato American Gods nel 2017 cerca ora un nuovo successo che arricchisca la propria offerta.
Un po’ thriller e un po’ science fiction, la prima puntata è diretta da Morten Tyldum (il regista di The Imitation Game e Passengers): non mancano suspense, sparatorie e bugie da cliffhanger, pur senza aggiungere nulla di particolarmente innovativo alla ricetta del classico thriller (se non un pizzico di fantascienza).
È difficile raccontare un altro mondo, un universo parallelo, senza diventare la fotocopia deludente di Fringe ma al tempo stesso è una bella sfida. Dopo il pilot il timore che il buon materiale di partenza venga sprecato già c’è. Tuttavia Justin Marks – creatore della serie e sceneggiatore del live action de Il Libro della Giungla – può trarre molti insegnamenti dal prodotto Fox ideato da J.J. Abrams (imparare dagli errori degli apripista non è un privilegio da sottovalutare) e ha dalla sua un attore che, grazie ad una splendida prova, distoglie l’attenzione dello spettatore da un intreccio narrativo che a volte si aggrappa sul déjà-vu. Nel ruolo di Howard Silk e del suo doppio troviamo infatti J. K. Simmons, che riesce ad essere contemporaneamente due personaggi diversi e solidi senza esagerare e senza cadere nella caricatura del buono e del cattivo. L’attore premio Oscar per Whiplash conferma il suo grande talento, riuscendo a offrire due interpretazioni così solide da lasciare allo spettatore il dilemma di scegliere quale dei due mondi – o dei due ‘gemelli’ – preferire.
Quello di Simmons non è però l’unico volto che siamo felici di rivedere. Marks infatti tira fuori dal cilindro anche Harry Lloyd (il Viserys Targaryen di Game of Thrones, che qui interpreta il giovane capo del protagonista), Ulrich Thomsen (braccio destro di Quayle, che ricordiamo con un pizzico di nostalgia quando interpretava il cattivo Proctor in Banshee) e l’italianissima Sara Serraiocco, che negli ultimi anni si è guadagnata diversi premi e ruoli importanti (da Salvo, di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, al più recente Brutti e Cattivi, passando per Non è un Paese per Giovani di Giovanni Veronesi).
Tra colpi di scena non proprio imprevedibili e la fumosa presenza dell’Altra Parte (di cui per ora non è stato svelato molto), il primo episodio funziona – soprattutto grazie a Simmons – e crea hype per il futuro. La speranza è che, con l’avanzare delle puntate, non diventi un macchinoso marchingegno per far quadrare i conti tra un mondo e l’altro ma che, piuttosto, si concentri su domande più universali come la sempre irrisolta questione del destino che si scontra con il libero arbitrio. Magari Justin Marks tenterà di raccontarci i piccoli scarti, le scelte invisibili, le sliding doors che giorno dopo giorno formano un essere umano (e non un altro), allargando sempre di più il divario tra chi siamo e chi saremmo potuti essere. Counterpart potrebbe essere una serie che ha, al suo interno, il proprio what if (un pò come nell’ultimo romanzo di Paul Auster, 4 3 2 1): una carta che, se giocata bene, potrebbe rendere lo show davvero accattivante. Per ora non ci sono notizie su una messa in onda italiana, anche se non abbiamo dubbi che prima o poi lo show verrà acquisito per il nostro mercato da qualche network o web service.