Se c’è un argomento che il cinema tratta in modo frequente è senza ombra di dubbio quello della perdita della verginità, un momento di passaggio unico ed indispensabile che attanaglia la mente di qualsiasi adolescente intenzionato ad abbandonare il sicuro abbraccio dei genitori per tuffarsi nel mondo degli adulti. Dalla saga di American Pie al film cult Il Laureato, passando per Bertolucci con il suo Io Ballo da Sola e il teen movie Cruel Intentions, il processo di crescita sessuale ed emotivo è stato scandagliato talmente in profondità da costituire quasi un genere a sé stante. Ma cosa accade se ad intraprendere questo tipo di esperienza è un uomo di quarant’anni e non l’adolescente che tutti si aspettano? È proprio il caso di Andy (Steve Carell), commesso in un negozio di elettronica che, nonostante un atteggiamento nerd derivante dalla sua passione per i videogiochi e giocattoli da collezione, è un uomo indipendente, con una propria casa e degli amici. Proprio loro cercheranno di aiutarlo a superare l’impasse, trascinandolo in situazioni grottesche e divertentissime.
UN DOPPIO DEBUTTO: APATOW COME REGISTA E CARELL COME PROTAGONISTA
Steve Carell non solo veste i panni del protagonista ma è anche il co-sceneggiatore di 40 Anni Vergine (disponibile ora in blu-ray grazie a Universal Pictures Italia su distribuzione CG Entertainment) assieme a Judd Apatow, che nel 2005 firma la sua prima regia con l’intenzione di mettere finalmente al centro della scena l’attore americano. Se in precedenza lo avevamo visto nell’esilarante serie NBC The Office e in film dove le sue interpretazioni erano marginali, nonostante mostrassero un talento notevole (impossibile non apprezzarlo in Una Settimana da Dio, dove non sfigura neanche accanto ad un professionista della comicità come Jim Carrey), questa volta Carell si ritaglia una parte importante che gli aprirà la strada verso la notorietà e i ruoli, anche drammatici, per i quali oggi è largamente apprezzato.
Il suo umorismo, non solo fisico ma anche molto verbale e pieno di doppi sensi, si perde inevitabilmente nella versione doppiata, così come la locandina italiana non rende giustizia all’opera utilizzando un sottotitolo (“più tempo aspetti e più sarà duro”) che la associa in maniera infelice alla commedia più volgare. Ovviamente 40 Anni Vergine è una pellicola demenziale, ma nel senso più nobile del termine: lo stesso Judd Apatow firmerà in futuro commedie leggere ma dallo humour decisamente più spinto affidandosi anche ad un gruppo di attori composto da grandi nomi come James Franco, Seth Rogen e Paul Rudd (questi ultimi due compaiono nel lungometraggio nelle vesti degli amici di Andy), con l’obiettivo di rivolgersi non al solito target di riferimento di questo tipo di film comici (tendenzialmente molto giovane) ma ad un pubblico più adulto.
UNA PELLICOLA ESILARANTE DIVENTATA DI CULTO
40 Anni Vergine riesce a convincere sia quando adopera una comicità più volgare sia quando offre spunti che strappano sorrisi genuini allo spettatore, che ripensa con nostalgia ad alcune imbarazzanti situazioni adolescenziali. Una presa di posizione ben precisa che non denota una mancanza di carattere della pellicola ma una volontà di parlare a tutti senza però rinunciare ad un linguaggio decisamente sporco.
Poco importa se il finale è prevedibile sin da subito: il film infatti decide di concentrarsi quasi esclusivamente sulle gag e su soluzioni comiche collaudate che, se non brillano per originalità, certamente favoriscono la fruizione per tutta la durata del lungometraggio. Dopotutto una svolta diversa dal lieto fine, che avrebbe dato alla prima fatica di Apatow un’altra impronta, non avrebbe donato quel turning point in grado di attrarre maggiormente il pubblico bensì avrebbe reso 40 Anni Vergine poco coerente e incapace di mettere in scena in modo efficace questa bizzarra storia.
In fin dei conti 40 Anni Vergine è una bella commedia che, tra fragorose risate e sorrisi quasi malinconici, non imbarazza mai. Per la sua natura, si tratta di un film che trova il suo spettatore adatto soprattutto nel pubblico maschile: sono infatti proprio gli uomini, con le loro insicurezze, il bersaglio preso maggiormente di mira da Carell e Apatow. Cionnonostante 40 Anni Vergine rimane un titolo che consigliamo di recuperare in home video a tutti, fosse anche solo per l’importanza cinefila di una pellicola che ha segnato una svolta nella carriera di uno dei più versatili attori del panorama contemporaneo e di uno dei pochi commediografi la cui mano autoriale è sempre riconoscibile anche in contesti demenziali.
Da segnalare la grandissima abbondanza di contenuti speciali di questa release home video, che regala un’esperienza decisamente più ampia della sola visione del film e che la rende imperdibile per ogni collezionista (Scene eliminate/La prima volta/Storie da magazzino/”Sai come so che sei gay?” con il commento del regista e cosceneggiatore Judd Apatow e dell’attore e co-produttore Seth Rogen/Papere/Video diari di Judd/Documentario: la ceretta/A cena con Stormy/Riprese non montate/Prove di poker/Provini/Reel Comedy Roundtable/Cinemax/Final cut di “40 anni Vergine”/Film anni ’70 sull’educazione sessuale/Trailer di “Molto incinta”/Commento del regista e cosceneggiatore Judd Apatow, dell’attore e cosceneggiatore Steve Carell e del Cast).