Roman Polanski a quattro anni da Venere in Pelliccia – con la moglie Emmanuelle Seigner nel ruolo della protagonista Vanda – ritorna in sala con un dramma di tipo psicologico, basato sul dualismo delle interpreti. Quello che non so di Lei (D’après une histoire vraie) è tratto dal romanzo di Delphine de Vigan Da Una Storia Vera e sceneggiato dallo stesso Polanski con Oliver Assayas, regista di Sils Maria e Personal Shopper (entrambi film che indagano sulla psiche femminile, utilizzando la metafora del teatro e della moda).
Protagonista una scrittrice di successo in preda ad un blocco creativo
In Quello che non so di Lei il contesto in cui la storia si sviluppa è di tipo letterario: la protagonista Delphine, interpretata dalla Seigner, è una scrittrice di mezza età, autrice di un best-seller sulla storia della sua famiglia. Ogni giorno Delphine trova una lettera anonima che l’accusa di aver “svenduto” i segreti familiari pur di scrivere un romanzo di successo. Seppur supportata dai suoi estimatori, la scrittrice entra in una profonda crisi di identità che lentamente la inabissa verso il cosiddetto “blocco dello scrittore”. Inaspettatamente Delphine riesce a trovare una via d’uscita grazie ad una fan, Leila, interpretata da Eva Green, una ghost writer che si mette completamente a sua disposizione, dimostrandosi un’amica leale.
L’incontro casuale con una donna misteriosa cambierà la vita di Delphine
Affascinante, colta e vedova Leila inizialmente sembra essere l’opposto di Delphine, madre di due figli diventati ormai adulti e moglie di un produttore sempre in giro per il mondo (Vincent Perez). Sola e ingrigita dagli eventi la scrittrice sembra trovare una luce in fondo al tunnel nella compagnia di Leila, che nel frattempo, si fa sempre più insistente. Mentre di Delphine lo spettatore sa tutto, Leila appare come un’entità misteriosa, che si svelerà gradualmente durante la narrazione.
Polanski costruisce lo script, coadiuvato dall’originalità di scrittura di Assayas, volendo contrapporre due entità femminili in un thriller psicologico che lascia lo spettatore libero di fare le proprie conclusioni. Il regista franco-polacco riprende temi a lui cari come la crisi d’identità, la competizione e lo scontro diretto tra due personaggi, che entrano in conflitto per liberarsi di qualcosa che li opprime. Mentre per Venere in Pelliccia e L’Uomo nell’Ombra i protagonisti/antagonisti erano un uomo e una donna (o nel caso di Carnage due coppie), in questo ultimo lavoro Polanski sceglie due donne, che mette allo specchio in un sottile gioco di inganni.
Emmanuelle Seigner ed Eva Green, scrittrici complici ed avversarie
Le protagoniste Emmanuelle Seigner ed Eva Green interpretano con coerenza i rispettivi ruoli, mantenendosi tuttavia distaccate da un più intenso coinvolgimento empatico. L’attrice francese, musa di Polanski da Frantic (1988), mostra i segni del tempo valorizzandone l’essenza, recitando con credibilità la parte della scrittrice francese di mezza età, che non concede nulla ai vezzi della giovinezza, quasi nascondendo la sua innata bellezza. Eva Green dal canto suo conferma le sue doti artistiche anche in questo ruolo, utilizzando molto la mimica facciale e non lasciando nulla al caso.
Presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes, Quello che non so di Lei (D’après une histoire vraie) è un buon thriller, girato con la sapienza di un maestro del cinema come Roman Polanski che non lascia nulla al caso né si circonda di inutili orpelli, ma racconta una storia dal punto di vista dei protagonisti. Un regista che non giudica e non sentenzia ma lascia lo spettatore libero di interpretare, purtroppo però questa storia, seppur sia tratta da un romanzo, non colpisce per originalità e non riesce ad andare a fondo, intaccando solo superficialmente la psiche della protagonista.
La storia rimane troppo asciutta seppur gli argomenti che ne compongono la base siano di estrema complessità. Nonostante qualche imperfezione, soprattutto a livello tecnico, in particolare il montaggio troppo lineare di Margot Meynier e la colonna sonora poco incalzante di Alexandre Desplat, Quello che non so di Lei (D’après une histoire vraie) è un discreto thriller, con un minutaggio coerente (110’) e due interpreti di spessore che riescono a reggere il confronto. La mano di Assayas non è preponderante ma infonde un tocco ancora più ricco di mistero alla sceneggiatura, che seppur essenziale risulta completa e accattivante.