Ci sono film che valgono più di cento convegni sui diritti civili e poi ci sono quelli che riescono anche ad andare oltre, spingendosi fino alle radici della natura umana per spiegare una tematica fondamentale: la sessualità è una discriminante solo per chi non vuole assumersi rischi, per chi si tiene lontano dal dubbio e per chi si rapporta al mondo con la paura di perdersi per strada nel corso del proprio percorso di vita senza scoprire se stesso. Ed è proprio questo il caso di Una Donna Fantastica (titolo originale Una Mujer Fantàstica), lungometraggio del regista cileno Sebastián Lelio disponibile in blu-ray grazie a Lucky Red su distribuzione CG Entertainment.
La pellicola ci porta nel piccolo mondo di Marina (Daniela Vega), una donna poco meno che trentenne che lavora come cameriera in un locale in cui si esibisce anche come cantante, e di Orlando (Francisco Reyes), il suo compagno (di venti anni più grande di lei). Durante la notte Orlando ha un malore, Marina lo accompagna all’ospedale ma purtroppo per lui non c’è più nulla da fare. La scomparsa dell’uomo mette Marina di fronte alla sua solitudine e il dolore per la perdita del compagno, diventato il punto di riferimento della sua vita, è aggravato da un ulteriore sofferenza. La donna in realtà si chiama Daniel, è una transgender che subisce tutte le umiliazioni materiali e psicologiche (velate e rozze) di un mondo che non aveva conosciuto e che ora, suo malgrado, le gira fastidiosamente intorno. La famiglia di Orlando, venuta a conoscenza della “particolare” relazione dell’uomo, non accetta nessun rapporto con Marina, volendo in questo modo tentare di nascondere con il rifiuto ciò che per loro è una minaccia in grado di mettere a repentaglio la propria reputazione. Tra tutte le figure che si scagliano contro la protagonista la più feroce è l’ex moglie di Orlando, che sfratta la donna da casa sua e le impedisce di partecipare al funerale. Parallelamente Marina dovrà affrontare le indagini di un’ispettrice di polizia, che vuole far luce sulla morte di Orlando. Il sottinteso è chiaro: un malore di un uomo che sta con una transgender è più sospetto di un malore di un uomo che vive con una donna. Marina però è forte e consapevole: i conti che dovrà pagare saranno tanti e salati ma lei non si sottrae perché questa è la sua natura.
Prodotto da Pablo Larraín (il regista di Neruda e Jackie), il lavoro di Sebastián Lelio, vincitore dell’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura alla Berlinale 2017 e candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero, è un’opera dura però non fatevi ingannare dal plot perché in realtà mescola molti generi, tra cui anche la commedia (in certi momenti il film scorre via con leggerezza senza tuttavia concedere nulla allo spettatore). È esattamente questo il grande merito del regista, mettere su pellicola personaggi che si muovono in una realtà cruda, ruvida e spigolosa da cui emergono senza neanche desiderare un riscatto umano, prima ancora che sociale. La macchina da presa del cineasta non è indulgente con i suoi protagonisti; tuttavia il suo sguardo ha sempre una sua dolcezza di fondo. A sostenerlo in questa operazione ci sono gli attori, in particolare Daniela Vega la cui recitazione asciutta rafforza il suo personaggio di donna, di compagna, di persona “diversa” perché, in fondo, ogni essere umano è diverso. Proprio per questo motivo Una Donna Fantastica, prima ancora di essere un lungometraggio politico, è un trattato filosofico e antropologico. E stiamo parlando, tra le altre cose, “anche” di una commedia romantica. Chapeau.