Il 19, 20 e 21 marzo, distribuito da Lucky Red, approda in oltre trecento sale Zerovskij – Solo per amore, la versione cinematografica dello spettacolo ideato e diretto da Renato Zero. “Sperimentare – dice l’artista romano – è una rivoluzione musicale e personale”: insofferente alle pressioni di mercato, e deciso a non ricalcare in eterno i successi passati, il cantautore ha elaborato l’idea di questo nuovo progetto, integrando tra loro vari comparti artistici, per una produzione che ha coinvolto quasi cento artisti: un’orchestra di 61 elementi, 30 coristi e 7 attori. Nonostante tutte le tappe dello spettacolo siano state sold out, “non ho mai guadagnato meno in vita mia: una birra e una pizza” afferma Renato Zero quasi orgoglioso, “se uno vuole la qualità, qualcosa deve lasciare sul piatto: il guadagno non è nulla rispetto a quello che puoi realizzare”. “Zerovskij muove i primi passi in una macchina nei dintorni di Torino, quando Renato mi comunica l’idea” dice Vincenzo Incenzo, che ha collaborato con Renato Zero nella regia e nella sceneggiatura, raccontando come a quel giorno siano seguiti mesi di scrittura e consultazione quasi ininterrotta riguardo i dettagli scenici, le musiche, la scelta degli interpreti.
Uno show che non è concerto, né teatro né cinema, ma la somma di tutti questi formati: monologhi teatrali che si inseriscono nella cornice musicale formata dai 19 brani inediti attorno a cui ruota il concerto, il tutto sotto l’occhio attento delle cineprese, la maggior parte delle quali basculanti, perché fino a pochi minuti prima dell’inizio del concerto “quasi pioveva, e non sapevamo se avremmo potuto registrare”, specifica Renato Zero. Protagonista della pellicola è lo show ospitato nell’Arena di Verona: le riprese dall’alto, attraverso i droni, si sommano a quelle in cui l’obbiettivo è puntato sugli spettatori, e a quelle in cui invece questo è centrato sul palco, che valorizzano l’espressività degli attori, in parte perduta nella performance dal vivo. La pellicola, tuttavia, non elabora pienamente il contenuto secondo un linguaggio prettamente cinematografico, limitandosi in alcuni passaggi ad essere la registrazione di uno spettacolo, semplicemente proiettata sul grande schermo. In 143 minuti, l’eclettico cantautore inscena un lungo racconto sulla fede e sulla condizione umana, il cui punto focale è lontano dai temi di denuncia sociale che hanno caratterizzato il primo periodo della sua produzione artistica, nonostante vi si ritrovino alcuni accenni.
Zerovskij (Renato Zero) è un angelo terreno anarchico, capostazione della “Stazione Terra”, frontiera del nostro tempo e simbolo materiale del viaggio dell’uomo, mentre Dio, la voce fuori campo di Pino Insegno, denuncia la crudeltà umana che ha devastato il suo disegno originario, e accenna a un nuovo progetto per l’universo. Adamo ed Eva (Claudio Zanelli e Alice Mistroni), invece, sono fuggiaschi che hanno attraversato le ere calandosi sempre di più nel materialismo della realtà e allontanandosi dall’originaria spiritualità divina. Simbolo dell’umanità sperduta e abbandonata è Enne Enne (Luca Giacomelli Ferrarini), un ragazzo orfano che medita il suicidio, a cui si affiancano le personificazioni dei sentimenti e delle condizioni umane: Amore (Cristian Ruiz), Odio (Marco Stabile), Morte, Vita (entrambe interpretate da Roberta Faccani) e Tempo (Leandro Amato). “Dipingiamo le incertezze delle persone che si fanno il mazzo per esistere e difendere amore e famiglia, e che hanno voglia di essere libere”: questo l’obbiettivo del cantante romano, un inno alla vita che si rivela un tripudio di ottimismo, speranza e bontà, scivolando talvolta in una retorica trattazione del binomio odio-amore, che in alcuni punti resta in superficie, pur avendo come protagonisti personificazioni originali dei sentimenti. Pregevolissima ad esempio è la declinazione di Amore, rappresentato come un uomo sulla sedia a rotelle “per il dolore causatogli dalle scelleratezze umane”, specifica Renato Zero spiegando come è nata questa concezione visionariamente lontana dall’iconografia classica. Zerovskij – Solo per amore è un progetto ambizioso, che tuttavia, essendo concepito da un artista musicale, rende maggiormente su un palco che su uno schermo.