Tra i titoli presenti all’interno del concorso della 36. edizione del Bergamo Film Meeting segnaliamo l’interessante Miracle (titolo originale Stebuklas), opera prima della cineasta lituana Eglė Vertelytė che, attraverso la satira, racconta una pagina fondamentale della storia recente del suo paese.
Lituania, 1992. Irena (Eglė Mikulionytė) gestisce una piccola fattoria di maiali nonostante le gravi condizioni economiche in cui versa lo stato baltico. Tutto intorno a lei è il residuo del periodo comunista, conclusosi qualche anno prima con la caduta dell’Unione Sovietica che ha trascinato il paese in una fase di transizione decisiva verso un’economia di stampo capitalista. Simbolo di questa nuova era è l’arrivo in città di Bernardas (Vyto Ruginis), l’affascinante americano di origini lituane che promette di investire nella fattoria per evitarne il fallimento. Il suo intervento sembra inizialmente migliorare la vita nel villaggio ma le sue vere intenzioni non rimarranno nascoste per troppo tempo.
Con un umorismo asciutto e un linguaggio filmico che ricorda molto alcune pellicole del cinema nordico, il lungometraggio della regista e sceneggiatrice cerca di coniugare la commedia sottile e sottomessa di maestri scandinavi come Aki Kaurismäki o Roy Andersson inserendo tuttavia elementi locali e un pizzico di critica sociale. Il risultato finale è soddisfacente agli occhi dello spettatore e la scelta di ambientare il racconto nel periodo storico di passaggio dall’economia pianificata degli ex paesi sovietici all’economia di mercato occidentale offre uno spunto interessante anche in chiave odierna, considerando le ripercussioni sociali e politiche che, nel corso degli anni (ma questo discorso vale anche ai giorni nostri), l’Europa dell’Est ha dovuto subire.
Miracle rimane però un’opera piuttosto lineare, senza spunti particolarmente originali: con qualche gag più strutturata e brillante, il film sarebbe stato decisamente più memorabile.