Dopo il non felicissimo adattamento cinematografico con il pur immenso Jim Carrey, la serie di romanzi firmata da Daniel Handler con lo pseudonimo di Lemony Snicket aveva trovato un trattamento decisamente congeniale nello show presentato lo scorso anno su Netflix.
Nella serie ideata da Mark Hudis, infatti, le avventure dei fratelli Violet, Klaus e Sunny Baudelaire, sfortunati orfani perennemente assediati dal camaleontico Conte Olaf (Neil Patrick Harris, l’indimenticato Barney Stinson di How I Met Your Mother), erano entrate nelle grazie del pubblico in virtù di una sterzata verso una dramedy dai toni grotteschi ma incredibilmente cupi, confezionata con la stessa formula – elegante ma un po’ inquietante – di una filastrocca nera per bambini.
Ora che Lemony Snicket’s A Series Of Unfortunate Events sta per tornare sul web service di Los Gatos per la seconda stagione (in onda a partire dal 30 marzo), noi che l’abbiamo vista in anteprima possiamo rassicurarvi sul fatto che non solo il racconto conferma i punti di forza del ciclo precedente, ma riesce anche a espanderlo estremizzandone i contrasti e ampliandone il mondo.
SI ESPANDE IL MONDO DEI BAUDELAIRE
La seconda stagione di Una Serie di Sfortunati Eventi riparte in continuità con quanto già visto, con i giovani protagonisti che vengono trapiantati in una nuova, inospitale, ‘casa’: un tetro college che ha come motto «memento mori» («ricordati che devi morire»). Le vicende portate inizialmente sullo schermo sono quelle del romanzo L’Atroce Accademia, ma nonostante le atmosfere familiari, è evidente da subito la volontà di variare – almeno in parte – la formula ciclica e un po’ ripetitiva della prima stagione.
Il Conte Olaf è paradossalmente quasi del tutto assente dall’inizio della seconda stagione, che invece si concentra sull’introduzione di nuovi volti, amichevoli e ostili, che nulla hanno a che fare con la sgangherata combriccola di criminali di cui si circonda il perfido zio teatrante. Tra essi il più memorabile è quello di Carmelita Spats (Kitana Turnbull), una sorta di odiosa incarnazione malvagia di Shirley Temple che ruba lo schermo a ogni sua apparizione (la Temple verrà apertamente richiamata in una breve scena di tip tap, come verranno richiamati anche la Repubblica di Weimar e le Spice Girls, in una sorta di extravaganza citazionistica che ammiccherà allo spettatore più attento annidandosi nei dettagli) .
IL PESSIMISMO CONTINUA A VINCERE, EPPURE C’È ANCHE SPERANZA
I Baudelaire per la prima volta si ritroveranno con più di un volto amichevole al loro fianco; addirittura incroceranno la strada con degli amici inaspettatamente simili a loro, ma – coerentemente con la quintessenza dello show – anche sei ‘buoni’ si aiuteranno tra loro e si sentiranno capiti, continueranno sostanzialmente a ‘perdere’.
Neil Patrick Harris si conferma straordinariamente bravo, e la sua versione in stile Karl Lagerfeld che vedremo negli episodi ispirati al libro L’Ascensore Ansiogeno non potrà che conquistare lo spettatore. Proprio in quegli episodi, peraltro, la serie saprà in parte variare le sue atmosfere logore, grigie e quasi espressionistiche introducendo scenografie dal gusto raffinato, che contribuiranno a rinfrescare il ciclo nel suo insieme.
UN MIX GROTTESCO CHE PARLA (ANCHE) DEL PRESENTE
Una Serie di Sfortunati Eventi, al suo ritorno, si conferma ancora una volta un prodotto privo di un target specifico, ma accattivante proprio in virtù di quello strano mix di gotico, gigionesco e malinconico che lo rende tanto peculiare – e trasversale. L’estremizzazione positiva e negativa è sempre più polarizzata, e, cogliendo l’invito che viene fatto sullo schermo da Lemony Snicket a considerare le ambientazioni del racconto come un microcosmo che riproduce la realtà, viene ora più che mai il motivato dubbio che gli autori giochino sovente a dipingere nascostamente l’America di Donald Trump, con tutte le sue contraddizioni.
La seconda stagione di Lemony Snicket – Una Serie di Sfortunati Eventi sarà disponibile per tutti gli abbonati Netflix a partire da venerdì 30 marzo.