Girare un film sui fenomeni migratori non è mai facile, soprattutto in uno scenario cinematografico, dove retorica e luoghi comuni sono (purtroppo) i cardini su cui le sceneggiature sono spesso costruite. Antonio Albanese, alla sua quarta esperienza registica, decide di cimentarsi con l’argomento in una commedia dallo stile incerto, che parte dall’analisi sociopolitica di un’Italia in crisi per poi allungarsi in un triangolo sentimentale. Scritto insieme ad Andrea Salerno e Stefano Bises, con la collaborazione di Marco D’Ambrosio (in arte Makkox) Contromano è un viaggio on the road che porterà il protagonista a ridefinire la propria vita in funzione di un cambiamento di prospettiva.
Un venditore ambulante e un commerciante milanese in viaggio verso il Senegal
La storia parte dal centro di Milano in una bottega storica di abbigliamento intimo maschile, gestita da Mario Cavallaro (Albanese), un cinquantenne abitudinario e preciso. Amante dell’ordine e della tranquillità Mario ha un’unica passione, l’orto urbano, che cura sul terrazzo del suo appartamento, mentre le sue giornate trascorrono da trent’anni sempre nello stesso modo, colazione al bar, apertura del negozio, lavoro e cena con la sua eccentrica vicina di casa Gisella (Daniela Piperno), due single che si fanno compagnia.
Nel piccolo mondo borghese di Mario Cavallaro non c’è spazio per i viaggi, le amicizie e le passioni, figuriamoci per l’amore, in generale il commerciante non prova sentimenti quasi per nulla se non per le sue calze pregiate e detesta qualsiasi forma di cambiamento gli si prospetti. Ci penserà l’ambulante Oba (Alex Fondja) a sconvolgere la vita di Mario mettendosi a vendere calzini proprio di fronte al suo blasonato negozio.
Complice il suo trascinante sorriso e la crisi economica, che induce persino i milanesi a risparmiare, il giovane senegalese in pochi giorni diventa un vero competitor, capace di rubare facilmente la clientela alla storica insegna Cavallaro. Preso da un raptus Mario decide di compiere un’azione deplorevole, rapire Oba e riportarlo in Africa, mettendo in pratica quel motto che tanto abbiamo sentito nei mesi che hanno preceduto le ultime elezioni politiche “aiutiamoli a casa loro”. Un gesto folle e razzista, che non avrebbe mai compiuto se non spinto dalla disperazione di un’esistenza priva di scopi.
Il piano di Mario viene sconvolto quando, al viaggio verso il Senegal, si aggiunge Dalida (Aude Legastelois) colf di straordinaria bellezza e intelligenza. Con un minivan per le strade d’Italia, Spagna ed Africa Mario, Oba e Dalida compiranno uno strampalato viaggio al contrario, che cambierà le loro vite per sempre.
Antonio Albanese per il suo quarto film da regista sceglie di raccontare l’immigrazione dal suo punto di vista
In Contromano Antonio Albanese tenta un ribaltamento del punto di vista sull’immigrazione, ponendosi dalla parte dell’uomo comune, che pensa di essere una brava persona (come lo stesso personaggio si autodefinisce più volte) e risolvere quello che a tutti gli effetti è visto come un problema. Lo spirito di iniziativa di Mario non deriva da una considerazione positiva ma da una vita passata a mantenere il suo status borghese senza aprirsi all’altro.
L’idea alla base della sceneggiatura è interessante, d’impatto sociopolitico è ben eseguita dalla coppia Albanese-Fondja, nella riproposizione di un modello comico che funziona molto bene oltralpe. In particolare il comico lombardo è molto in ruolo in questo suo lungometraggio, autore e interprete di personaggi cult come Alex Drastico, Cetto La Qualunque e Ivo Perego, l’instancabile lavoratore brianzolo protagonista del film La Fame e la Sete, che ricorda in alcuni punti il protagonista Mario Cavallaro.
Il regista comunica allo spettatore quell’indole allo stesso tempo bonaria e crudele incarnata da un uomo privo di empatia, ma questa caratterizzazione funziona soltanto nella prima parte del film, quando Mario e Oba iniziano il viaggio per il Senegal da soli. Appena il personaggio di Dalida si manifesta e unisce alla coppia, la sceneggiatura inizia a vacillare, mettendo in evidenza molte imperfezioni.
La ragazza, ben interpretata dall’attrice e cantante francese Aude Lagastelois, distoglie l’attenzione dall’argomento principale del film, che vira dal punto di partenza per infilarsi nel ginepraio di un triangolo amoroso.
Una sceneggiatura interessante ma non perfetta
Sebbene il pretesto iniziale e il viaggio on the road siano già due elementi portanti della sceneggiatura, emerge una forzatura stilistica che non premia la pellicola, appesantendola con equivoci e facilonerie che si sarebbero potute evitare. Se il realismo inizialmente è evidenziato con grande attenzione e dovizia di particolari, nella seconda parte del film si perde lasciando allo spettatore delle evidenti considerazioni in merito.
Contromano potenzialmente avrebbe tutti gli elementi per essere considerato un buon film, che non tratta l’argomento dell’integrazione dal classico punto di vista intraprendendo nel senso contrario quel “viaggio della speranza” che ogni giorno centinaia di giovani compiono dalle coste africane verso quelle italiane.
Albanese e la produzione (Fandango) hanno compiuto ottime scelte per quanto riguarda cast e location, ma la scrittura, per quanto firmata da autori molto competenti, non riesce ad esprimere il potenziale del soggetto. I tempi comici rimangono troppo dilatati senza tirar fuori quella satira graffiante propria del protagonista, concedendo sorrisi sporadici così come la riflessione sociale che ne deriva, infarcita da una dose un po’ troppo elevata di retorica.
Contromano sarà nelle nostre sale a partire dal 29 marzo.