Forse perché venuto “storicamente” troppo tardi, o forse perché il suo nome è stato nascosto dai giganteschi scrittori italiani del novecento, Antonio Tabucchi è un autore del quale a scuola non si sente molto parlare e che non necessariamente viene considerato dalle grandi antologie. Eppure l’autore pisano, nato nel ’45 e scomparso nel 2012, è stato un accademico rivoluzionario, uno scrittore capace e uno degli ultimi, grandi intellettuali della nostra storia. Fu giornalista polemico e lucido, attivo sulle pagine culturali del Corriere della Sera e de El Pais (nonché, durante gli ultimi anni di vita, su Il Fatto Quotidiano), scoprì e tradusse Pessoa e scrisse alcuni indimenticabili libri come il vulcanico Sostiene Pereira, Requiem e Di Tutto Resta un Poco, dal quale il documentario di Diego Perucci prende il titolo.
E il regista ha saputo raccontare perfettamente la vita di Tabucchi. Nel suo documentario, di impostazione classica, vengono intervistati gli amici che lo hanno conosciuto, gli accademici che lo hanno studiato e analizzato e un grandissimo attore come Massimo Popolizio, il quale portò in scena Sostiene Pereira per la regia di Ronconi. In questo modo allo spettatore viene data un’idea completa dello scrittore toscano, chiamato dagli amici come “toscanaccio”. Era un uomo amichevole, profondamente convinto che la trasmissione della conoscenza, nei banchi universitari, fosse possibile non soltanto tramite delle lezioni “classiche”. Il rettore dell’università di Siena, infatti, sottolinea in una sequenza quanto quello sia uno degli atenei più “folli” d’Italia.
A ricordarlo è anche la famiglia: il figlio Michele e la moglie Maria Jose, i quali si lasciano andare ad un ricordo commosso del loro grande uomo che, nonostante fosse uno scrittore importante, non ha mai fatto “pesare” loro la sua fama. Nemmeno fece pesare loro la sua ossessione, tipica degli artisti perdutamente innamorati delle proprie opere. Diversi personaggi raccontano infatti di come passò alcuni notti insonni a rileggere un suo romanzo di prossima uscita , apportando correzioni su correzioni e aggiunte su aggiunte.
Antonio Tabucchi amava la scrittura, in tutte le sue forme. Poco importava, per lui, il tema. Ha prodotto di tutto e per tutti i mezzi di comunicazione e di espressione artistica.
D’altronde, come scrisse lui in Requiem:
“Mi piacciono le storie.
Sono anche un ottimo ascoltatore di storie.
So sempre, anche se a volte resta vago, quando un’anima o un personaggio sta viaggiando in aria e ha bisogno di me per raccontarsi.
Ascoltare e raccontare, è un po’ la stessa cosa.
Bisogna essere disponibile, lasciare sempre la sua immaginazione aperta.
Le mie storie, i miei libri, li ho semplicemente accolti.”
Di Tutto Resta un Poco – sulle tracce di Antonio Tabucchi sarà al cinema dal 16 aprile con Movieday.it e il 25 aprile alle ore 21.10 in TV, in esclusiva su laEffe (canale Sky 139).