In un’epoca di fervente illuminismo, il generale Choderlos De Laclos compose un romanzo epistolare di genere sentimentale, con una caratterizzazione erotica tanto evidente da essere immediatamente tacciato di immoralità. Fu proprio quella componente, probabilmente, a decretarne il successo in tutta Europa. Le Relazioni Pericolose, titolo che non lasciava intendere null’altro se non la sua pura essenza, si proponeva di riflettere sull’educazione femminile del tempo e sul ruolo delle virtù, quasi totalmente assenti in quella società aristocratica della Francia pre-rivoluzionaria. I personaggi che Laclos creò, la loro crudeltà, il profilo seducente e le macchinazioni machiavelliche che portavano avanti la storia, sono ancora talmente moderne da far sparire nel confronto i mediocri racconti erotici di oggi, che pure hanno avuto un grande successo in libreria priama, e poi al cinema.
Forte di questa qualità, nel 1988 Stephen Frears diresse un adattamento cinematografico di Le Relazioni Pericolose acclamato da pubblico e critica, tanto da collezionare sette nomination agli Oscar – tra le quali vinse Miglior Sceneggiatura Non Originale, Migliori Costumi e Miglior Scenografia.
La firma di Frears si intravede subito nella ricostruzione storica sfarzosa e perfetta in ogni dettaglio che, grazie anche a una colonna sonora inserita perfettamente nelle inquadrature di grande eleganza formale, permette allo spettatore di calarsi direttamente nei salotti delle aristocratiche signore e di partecipare con trasporto alle dinamiche di corte che fanno da sfondo al film. Dinamiche che sono tutte giostrate dalla perfida Marchesa De Merteuil (Glenn Close), la quale decide di vendicarsi di un suo vecchio amante, facendo deflorare la giovane futura sposa Cécile De Volanges (Uma Thurman). Nessuno potrebbe riuscire nell’impresa se non il suo caro amico e compagno di malanimo Visconte Valmont (John Malkovich), signore di corte di dubbia moralità che trascorre il suo tempo a adescare donne per il puro piacere di mettere alla prova le sue capacità di seduzione. Ma è talmente facile attirare a sé la ragazzina, che Valmont decide di alzare la posta dichiarando di poter divenire l’amante di Madame De Tourvel (Michelle Pfeiffer), famosa invece per la sua virtù e casta fedeltà al marito. Il premio sarà una notte proprio con la Marchesa De Marteuil, ma un sentimento inizierà a farsi strada nel cuore di Valmont, portando scompiglio tra vittime e carnefici.
È questo infatti il punto in cui la sceneggiatura si concentra maggiormente aiutando Frears a portare in scena una vicenda tanto complessa quanto dettagliata. I vizi e le virtù dei personaggi sono i veri protagonisti della scena che si scontrano a più riprese fino a formare un ibrido che non li renda riconoscibili agli occhi dello spettatore. Lo sappiamo, ormai, che i personaggi di Frears non sono facilmente classificabili e ne Le Relazioni Pericolose, questo continuo gioco di rimandi è portato al limite. Il film stesso, che risponde alle caratteristiche di commedia per come viene inizialmente presentato al pubblico, procede con eleganza e fluidità verso epiloghi di drammatica suspense. Così Valmont, che è forse il personaggio più preponderante della pellicola, è crudele in un modo che, per usare le sue stesse parole, “trascende il suo controllo”, ama sinceramente Madame De Tourvel, eppure la denigra e noi non sapremo davvero fino alla fine, dove collocare le sue azioni e quale peso dare alle sue virtù. John Malkovich non si fa scrupoli a prestare a questo personaggio le sue più luciferine espressioni, angelo e diavolo insieme, è impossibile dire dove finisce il giocatore e inizia l’uomo. Né è da meno Glenn Close con la sua Madame De Tourvel, personaggio di shakespeariana crudeltà, in grado però di sfondare lo schermo nel dolorosissimo primo piano dell’ultima inquadratura.
Il cast stellare che conta anche nomi al tempo non ancora stellari come Uma Thurman e Keanu Reeves, si adatta benissimo a questa serie di personaggi che si aggiungono, o sarebbe meglio dire fanno da capostipite, alla schiera di loser che a Frears piace tanto raccontare.
Non c’è davvero, in questa prima pellicola americana del regista britannico, il suo classico humour inglese, Frears non rinuncia mai alla cinica ironia con la quale racconta questa volta le pulsioni della natura umana, che vive sulla linea sottile, o forse inesistente, che separa il vizio dalla virtù, la vita dalla morte. Eros e Thanatos.
Le Relazioni Pericolose sarà proiettato alla presenza di Stephen Frears (che ritirerà il premio alla carriera) al Lucca Film Festival e Europa Cinema 2018 alle ore 20:30 del 13 aprile presso il Cinema Astra.