Bad Words, opera prima del 2013 diretta da Jason Bateman (Arrested Development, Ozark e Come Ammazzare il Capo… e Vivere Felici), esce finalmente in home video Universal Pictures su distribuzione CG Entertainment. Prodotta da Darko Entertainment e Aggregate Films (distribuita in America da Focus Features), Bad Words è un film che punta all’intrattenimento puro: una black comedy nata esclusivamente per divertire. Un lungometraggio che porta sul grande schermo una storia semplice, lineare e non pretenziosa senza sottotesti complessi di natura etica, sociale o morale. L’intera impalcatura della pellicola si regge sull’ottima performance di Jason Bateman, che rappresenta indubbiamente uno dei punti di forza di Bad Words.
Guy Trilby (Jason Bateman) è un uomo dotato di un umorismo scorbutico e cinico che, tramite un cavillo presente nel regolamento, riesce ad accedere alla gara nazionale di spelling La Penna d’Oro, tradizionalmente (ma non formalmente) riservata ai bambini. La voce narrante del main character ci introduce nei primi minuti all’interno della pellicola ma non ci spiega per quale motivo Trilby abbia deciso di partecipare: sarà questo il piccolo mistero che susciterà l’attenzione dello spettatore. Egoista, irriverente e capriccioso, Guy Trilby ha il carattere di un bambino inquinato dalla disillusione dell’adulto. Infantile e competitivo, si mette in gioco contro i ragazzini senza alcun rimorso in un susseguirsi di dispetti, vendette e inganni degni del più classico dei bulletti, tanto più che essendo adulto riesce ad elaborarli con maggior efficienza, colpendo il punto debole di tutti i suoi bersagli e distraendo efficacemente i bambini per vincere con più facilità. Non riescono a dissuaderlo dal suo proposito di partecipare (e vincere) né Jenny Widgeon (Kathryn Hahn), la giornalista che lo accompagna con la speranza di scrivere un pezzo brillante, né Berenice Deagan (il premio Oscar Allison Janney), la direttrice della gara che cerca di farlo eliminare ricorrendo a una serie di espedienti non del tutto corretti, e nemmeno i genitori degli altri bambini partecipanti, che lo insultano e lo minacciano costantemente.
La maggior parte dell’umorismo che permea la pellicola nasce dal cinismo di Trilby, che con poche parole è in grado di distruggere l’entusiasmo di chiunque e che utilizza la fervida immaginazione per elaborare coloriti insulti rivolti in modo indiscriminato ad adulti e ragazzini. La riuscita interpretazione di Bateman, effetto della lunga esperienza dell’attore nel mondo della commedia, è ciò che aggiunge un tocco di brillantezza ad una sceneggiatura già di per sé forte nei suoi passaggi comici. Molte di queste sequenze si basano su assonanze e giochi di parole studiati per la lingua inglese, che necessariamente si perdono nel doppiaggio italiano: la visione in lingua originale è perciò fortemente consigliata per godersi pienamente le perle che lo script riserva. Le risate che il film riesce a strappare allo spettatore però sono anche merito di Rohan Chand,nel film un ragazzino indiano già finalista l’anno precedente nella competizione il cui mondo si riduce alla scuola e allo spelling, che insisterà per diventare amico di Guy con la classica petulanza dei ragazzini. Infine, l’opera prende in giro anche lo snobismo della casta intellettuale verso l’uomo nuovo e l’orgoglio smisurato dei genitori verso i loro pargoli, che sfiora le soglie dell’eccesso per sfociare poi nel ridicolo che Guy Trilby tende a deridere.
Bad Words è una commedia irriverente che regala 88 minuti estremamente gradevoli a chi è alla ricerca di uno svago del tutto disimpegnato.