C’è stato un tempo non molto lontano in cui, nonostante gran parte del mondo fosse ormai conosciuto, manipoli di coraggiosi avventurieri partivano per lunghissime spedizioni, volte alla scoperta degli ultimi angoli del nostro pianeta ancora illibati, che finivano spesso nella maniera peggiore, con ingenti perdite di vite umane. O addirittura casi dove le persone scomparvero nel nulla, come nella spedizione del 1845 capitanata da Sir John Franklin di cui si persero le tracce, ispirando l’autore statunitense Dan Simmons (conosciuto per il ciclo dei Canti di Hyperion) per la stesura del suo romanzo The Terror (in italiano La Scomparsa dell’Erebus), dove il titolo non è una dichiarazione di intenti ma il nome di una delle due imbarcazioni salpate per cercare di tracciare una nuova via per il passaggio a nord-ovest. Ed è in mezzo ai ghiacci polari che il racconto di Simmons rende merito al proprio nome trasformando una storia di esplorazione in un racconto dove l’orrore scaturisce dalla mente umana e dalla lotta per la sopravvivenza, creando una tensione talmente potente da spingere addirittura Sir Ridley Scott a investire nella produzione di un adattamento televisivo commissionato dalla rete basic cable americana AMC: in Italia The Terror è un’esclusiva Amazon Prime Video, che grazie alla qualità dei prodotti presenti nel suo catalogo cerca di colmare in fretta il gap con Netflix.
L’avventura vissuta da Francis Crozier (interpretato da Jared Harris) e Sir John Franklin (Ciarán Hinds) è uno dei grandi misteri legati alla moderna esplorazione, una spedizione che aveva come obiettivo la ricerca di un nuovo passaggio fra le coste canadesi e la regione della Kamčatka di cui si sono perse tutte le tracce, compresi i relitti delle imbarcazioni. A partire da questa vicenda storica, la serie ispirata al romanzo di Simmons prova a immaginare quali siano stati gli eventuali sviluppi a partire dal 1847, data dell’ultimo avvistamento del convoglio, riuscendo a creare un racconto che ha nel versante legato all’horror psicologico il suo punto di forza più evidente; il lento degradarsi della salute mentale dell’equipaggio della Terror e dell’Erebus viene raccontato con dovizia di particolari non disdegnando momenti altamente truculenti, la maggior parte delle volte legati alle tecniche chirurgiche del tempo quando un banale taglio poteva comportare l’amputazione di un arto, il tutto eseguito rigorosamente senza anestesia. L’attenzione al dettaglio permette a The Terror di fare un importante salto di qualità, riuscendo, nelle riprese degli interni, a rendere veramente viva l’imbarcazione, grazie allo straordinario lavoro di montaggio sonoro che permette di apprezzare ogni singolo cigolio e folata di vento, dando un enorme contributo all’immersione dello spettatore all’interno dell’opera.
Le paura dell’ignoto e la tematica di quanto sia rischioso spingersi oltre il conosciuto (inteso sia come limite delle terre note che come limite metaforico del sapere umano) richiama ovviamente il mito delle Colonne di Ercole e ancor più propriamente la letteratura di H.P. Lovecraft, che soprattutto con Alle Montagne della Follia ha evidentemente un’influenza fondamentale sul libro di Simmons.
Coadiuvata anche dalle straordinarie performance dei suoi protagonisti (con Jared Harris in particolare sugli scudi), The Terror è uno show meravigliosamente scritto, senza tempi morti ed episodi filler (elementi che ormai stanno minando la credibilità di alcuni prodotti televisivi), che purtroppo sfiora solo la perfezione a causa di un espediente narrativo che si sposa poco bene con il tono generale della creatura AMC: la storyline legata a Tuunbaq, il mostruoso protettore magico delle popolazioni eschimesi, dovrebbe in teoria avere sia una funzione di motore narrativo che di alleggerimento per allontanare il focus dalle sole vicende umane. La scelta di legare la sorte dei naufraghi a quella della creatura mitologica funziona anche bene fin quando però Tuunbaq non fa la sua comparsa, rivelando al pubblico un mostro in tecnica mista (practical e CGI) chiaramente ispirato alle opere dell’artista australiana Patricia Piccinini, che però non è all’altezza dell’ottimo lavoro svolto dal reparto della computer grafica nella creazione dei fondali. Un vistoso neo che per fortuna non intacca la qualità di The Terror, il quale si candida con prepotenza alla palma di rivelazione seriale dell’anno.