“La musica è la sola arte che applicata al cinema ne esalta i dettagli”. Basterebbero queste parole pronunciate dal grande Ennio Morricone per riassumere ciò che Matt Schrader ha deciso di raccontare nel suo documentario: l’amore e la passione che i compositori cinematografici e tutte le personalità che hanno a che fare con il loro lavoro (registi, produttori, esperti) provano per la musica cinematografica. Con i contributi di Hans Zimmer, Danny Elfman, Marco Beltrami, Quincy Jones, Trent Reznor e tanti altri, Score – La musica per film arriva in home video grazie a Wanted con distribuzione CG Entertainment.
LA POTENZA EMOTIVA DELLA MUSICA PER IL FILM
Sono le note del main theme di Rocky ad inaugurare il viaggio all’interno del mondo della musica da film diretto da Matt Schrader, ed è proprio questa melodia che permette di evidenziare uno degli elementi che caratterizzano quelle che volgarmente chiamiamo colonne sonore (la colonna sonora così definita infatti non comprende solo la musica, ma anche la voce e i rumori): la loro capacità di legarsi indissolubilmente all’immagine che accompagnano, tanto da entrare nell’immaginario dello spettatore che collegherà sempre quelle note ad un certo tipo di scenario anziché un altro. E se la musica del film con Sylvester Stallone rimanda ad una situazione di duro allenamento, ci sono musiche che hanno contribuito alla definizione di nuovi generi cinematografici, dagli spaghetti western resi iconici dalle composizioni di Ennio Morricone o dai film di spionaggio che non possono fare a meno di evitare un rimando a quanto creato da Monty Norman per Agente 007 – Licenza di uccidere.
Dalla funzione di copertura del rumore del cinematografo durante le proiezioni, o di diversivo contro l’inquietudine che le immagini di oggetti in movimento e soggetti parlanti senza alcun rumore provocavano sugli spettatori, alla musica oggi è riconosciuto un ruolo fondamentale per la buona riuscita di un film. Le testimonianze raccolte di esperti, storici, musicisti, produttori e registi (Garry Marshall e James Cameron) concordano nel definire il compositore come un vero e proprio storyteller, riconoscendo la potenza della musica, in grado di enfatizzare, di suggerire e talvolta anche cambiare il significato di ciò che si vede sullo schermo. Ecco che allora l’introduzione dell’orchestra da parte di Max Steiner, l’utilizzo di oggetti diversi dagli strumenti musicali di Jerry Goldsmith o l’arrivo del sintetizzatore hanno contribuito in maniera indelebile all’evoluzione di un fenomeno che dai tempi dei Lumière ha accompagnato la settima arte, contribuendo a incrementare il suo impatto emotivo sul pubblico.
UN DOCUMENTARIO CHE MIRA A INTRATTENERE
Il genere documentaristico generalmente ha come obiettivo quello di informare lo spettatore, mentre Score sembra piuttosto interessato a intrattenere ed emozionare: la pellicola di Schrader risulta infatti essere più una celebrazione del fenomeno che una sua spiegazione, tanto che gli stessi interventi risultano concepiti per un pubblico generalista (la musica de Il buono, il brutto e il cattivo viene definita “iconica” e la Marcia Imperiale di Star Wars “marziale”). L’arrivo di Max Steiner e della sua composizione per King Kong viene ad esempio descritto come un punto di non ritorno, ma non viene fatto nessun cenno alla precedente difficoltà della musica per film di emergere e di non essere solo mero commento delle immagini sullo schermo, dello scetticismo degli addetti ai lavori avvezzi alla magnificenza dell’orchestra dell’Opera e della difficoltà dei compositori durante i primi anni del film sonoro, dove venivano considerati solo come uno dei tanti ingranaggi della nascente industria hollywoodiana.
La parte “storica” rimane quindi in secondo piano, a favore di commenti volti a sottolineare soprattutto l’effetto emotivo della musica (dimostrato anche dalla presenza dell’intervento di una docente di psicologia che parla delle reazioni della nostra mente sottoposta all’ascolto di melodie) e, in particolare, la straordinarietà di John Williams: il compositore statunitense è senza ombra di dubbio uno dei capisaldi della storia delle soundtrack ed è piacevole vedere immagini di repertorio che lo ritraggono in compagnia di Spielberg mentre suona al pianoforte il tema de Lo Squalo. Per fare spazio alle iconiche note di Incontri ravvicinati del terzo tipo, E.T. e Superman si perde però la possibilità di esplorare il vero rapporto tra immagine e suono e l’incidenza che l’arrivo della sincronizzazione ha avuto su quest’ultimo, ma ancora una volta è evidente come sia l’emozione più che il nozionismo ad essere al centro della pellicola.
Particolarmente apprezzabile la presenza tra i contributi di quello di Hans Zimmer, il compositore che meglio è riuscito a combinare orchestra e sintetizzatore e che, durante le collaborazioni con il regista Christopher Nolan, ha saputo lavorare in maniera meticolosa sulla costruzione e sulla resa del tempo attraverso lo schermo visivo e sonoro. Peccato non riuscire a scoprire qualcosa in più sulla composizione digitale e sul suo impatto nel workflow di composizione.
In conclusione Score – La musica nei film è un documentario ottimamente realizzato per un pubblico trasversale; un prodotto che ancor più che a approfondire mira a toccare le corde emotive dello spettatore, regalando novanta minuti di godibilissimo intrattenimento grazie a intermezzi musicali che rievocano la potenza di alcune delle più famose colonne sonore della storia della settima arte. Dopo la visione avrete voglia di riascoltare ancora e ancora molti dei temi proposti dal DVD.