Uno degli attori più apprezzati e seguiti degli ultimi anni è sicuramente Benedict Cumberbatch. L’interprete inglese, classe 1976, riesce senza problemi a dividersi tra cinema e televisione, ottenendo riconoscimenti importanti (la candidatura nel 2015 agli Oscar come Miglior Attore Protagonista per The Imitation Game o la vittoria nel 2014 di un Emmy Award). Ma è merito del piccolo schermo che Cumberbatch è diventato famoso in tutto il mondo, grazie alla sua straordinaria interpretazione in Sherlock: un anno dopo l’ultima puntata dello show BBC è il protagonista della nuova miniserie prodotta da Showtime e Sky Atlantic, Patrick Melrose.
UN UOMO MESSO IN GINOCCHIO DALLE SUE DIPENDENZE
Ambientato negli anni ‘80 lo show racconta la storia di Patrick Melrose (Benedict Cumberbatch), un ricco inglese totalmente schiavo della droga (in particolare dell’eroina) e dell’alcol. Un giorno riceve la notizia della morte del padre David (Hugo Weaving), che destabilizza ulteriormente il nostro protagonista: nel corso dell’episodio assistiamo ad alcuni flashback in cui si evidenzia il rapporto complicato tra il Patrick bambino e l’ingombrante genitore. Arrivato a New York per ritirare le ceneri del padre defunto l’uomo entra in una spirale perversa sempre più desolante, consapevole del fatto di dover riprendere il controllo della propria vita.
UN ONE MAN SHOW DAL RITMO SOSTENUTO
Scritta da David Nicholls (One Day e Via Dalla Pazza Folla) e diretta da Edward Berger (The Terror e Deutschland 83), Patrick Melrose rappresenta in maniera efficace il baratro di un tossicodipendente che, indipendentemente dal suo privilegiato ceto sociale, si trova ad un bivio cruciale della sua esistenza. Il pilot mostra fin da subito la natura dramedy del prodotto anglo-americano, dove i momenti solo in apparenza divertenti di Patrick sotto effetto di droghe (che ricordano molto, voice-over compresi, il Jordan Belfort di Leonardo DiCaprio in The Wolf Of Wall Street) si alternano al dramma di un uomo che, a causa di un’infanzia difficile, non trova la forza per andare avanti.
Come già anticipato dal trailer, era chiaro sin da subito che Patrick Melrose sarebbe stato un one man show: la serie infatti si poggia interamente sulle spalle di Benedict Cumberbatch (qui anche nelle vesti di produttore esecutivo), libero di esprimere in questo modo tutto il suo talento; se talvolta l’attore londinese eccede con l’overacting nelle parti più brillanti del pilot, è estremamente credibile quando manifesta tutte le sue fragilità, soprattutto nei frangenti in cui ricorda il rapporto con il padre (un bravissimo Hugo Weaving, l’agente Smith di Matrix) e la madre Eleanor (Jennifer Jason Leigh).
Inoltre lo script di Nicholls e la messa in scena di Edward Berger sono al servizio del protagonista della miniserie, seguendolo in ogni suo passo: il ritmo della puntata rimane sempre godibile dall’inizio alla fine ma il montaggio diventa frenetico nelle sequenze dove Patrick è drogato (proprio come in uno stoner film) mentre rallenta nelle scene più drammatiche ed introspettive.
Il finale del primo episodio di Patrick Melrose suggerisce la voglia da parte del personaggio impersonato da Cumberbatch di voltare pagina, facendo i conti col proprio passato e mettendosi in gioco per cercare di diventare finalmente una persona migliore. Se lo show sarà in grado di rappresentare realisticamente l’evoluzione di un uomo distrutto ma ancora non del tutto sconfitto, avremo di fronte un’opera di assoluto valore.
Patrick Melrose andrà in onda in Italia a partire dal 9 luglio su Sky Atlantic.