Dopo la vittoria del premio come Miglior Attore Protagonista nella prima edizione della rassegna francese Canneseries, il nome di Francesco Montanari è ritornato al centro dell’attenzione: il celebre Libanese della serie TV Sky Romanzo Criminale, grazie alla convincente interpretazione nella fiction Rai Il Cacciatore, ha dato prova di essere un attore di grande personalità. Ma i suoi impegni lavorativi non si limitano solo al piccolo schermo: il 24 maggio esce infatti nelle sale italiane La Settima Onda, film diretto da Massimo Bonetti (distribuito da Ipnotica Distribuzioni) in cui l’interprete romano è protagonista.
UN UOMO TORMENTATO DAI DEBITI E IL SUO LEGAME D’AMICIZIA CON UN REGISTA
Tanino (Francesco Montanari) è un pescatore in difficoltà economiche costretto a vivere nella casa della suocera assieme alla moglie Sara (Valeria Solarino). Un giorno incontra per caso il regista Saverio Monti (Alessandro Haber), con cui nasce un legame molto speciale, ma i problemi per il pescatore, oberato dai debiti, diventano quasi insostenibili quando chiede aiuto al pericoloso Michele Manni (Tony Sperandeo).
UNA SPLENDIDA AMBIENTAZIONE E QUALCHE PROBLEMA
Massimo Bonetti, attore di lungo corso che ha lavorato con grandi registi (come i fratelli Taviani, Pupi Avati e Damiano Damiani), dirige la sua opera seconda con l’intenzione di raccontare una sorta di ‘fiaba’ moderna ambientata in un contesto realistico. La storia di Tanino, un uomo amante del cinema che per necessità è costretto a rinunciare ai propri sogni, si sposa bene con la location scelta (un paesino di mare del Sud), una terra che non offre possibilità concrete a chi vuole coltivare velleità artistiche. L’idea di fondo della pellicola, ovvero far incontrare due mondi quasi agli antipodi (quello popolare di Tanino e quello alto borghese di Saverio) per poi mostrarne l’affinità, è interessante, eppure La Settima Onda non riesce a trasformarla in un film pienamente riuscito.
Bonetti, che firma anche la sceneggiatura, sembra indeciso su quale tono scegliere, arricchisce l’opera di più personaggi secondari di quanti ne servirebbero e opta per una certa astrazione anche nella contestualizzazione territoriale della vicenda, che – complice una certa confusione nelle inflessioni dialettali dei comprimari – non è chiaro dove abbia luogo. L’intento dell’autore rimane comunque esplicito e apprezzabile, anche se la scelta di un approccio più propriamente ‘verista’ avrebbe aiutato a far esplodere i contrasti che animano la sceneggiatura per poi ricongiungerli in una sintesi verosimile, mentre la volontà di ricorrere a diverse forzature per arrivare a un finale eccessivamente votato all’ottimismo finisce per penalizzare l’insieme.
A contribuire a mantenere La Settima Onda al di sotto del proprio potenziale vi sono inoltre una realizzazione tecnica migliorabile (il montaggio mostra più di una disattenzione) e qualche problema nella direzione gli attori. Il cast della pellicola è infatti composto da professionisti di livello, ma anche il migliore degli interpreti, se non guidato propriamente dal regista, rischia di non essere funzionale al film. Probabilmente Bonetti, ragionando più in funzione della sua esperienza di interprete che di cineasta, decide di lasciare massima libertà ai protagonisti, che però finiscono spesso per eccedere in una caratterizzazione sopra le righe.
In conclusione è apprezzabile il tentativo di proporre un cinema che voglia dare al pubblico speranza nel futuro nonostante la tragedia della precarietà economica, che condiziona particolarmente il Sud Italia e risulta protagonista nel cinema tricolore degli ultimi anni, eppure non tutto funziona a dovere. Nonostante questo – e nonostante il budget stimato su IMDb, corrispondente a 1,200,000€, non sia proprio trascurabile – siamo convinti che le piccole produzioni italiane e i registi emergenti vadano sempre aiutati, motivo per cui vi invitiamo a dare una chance a La Settima Onda, suggerendo un certo esercizio di indulgenza verso qualche leggerezza di troppo.