Esistono alcuni film che, seppur non siano così famosi presso il grande pubblico, hanno influito sulla cultura popolare molto più di quanto si possa immaginare: una di queste pellicole è il cult del 1986 Corto Circuito, disponibile oggi in blu-ray grazie a Pulp Video e CG Entertainment. Il lungometraggio diretto da John Badham (il regista de La Febbre Del Sabato Sera) è la dimostrazione di come il cinema commerciale anni Ottanta abbia lasciato un segno indelebile nella storia della settima arte.
UN ROBOT PENSANTE CHE SI DISTINGUE DALLA MASSA
La NOVA Robotics è una società che costruisce robot per l’esercito degli Stati Uniti. Nel corso di una dimostrazione per raccogliere fondi un temporale colpisce uno dei prototipi, Numero 5, che improvvisamente diventa indipendente e scappa dal laboratorio. Il robot si ritrova casualmente a casa di Stephanie Speck (Ally Sheedy): la ragazza all’inizio pensa che si tratti di un alieno ma col tempo si affeziona alla macchina. Stephanie vuole restituire Numero 5 alla NOVA Robotics; tuttavia si rende ben presto conto di aver commesso un errore e da qui in poi l’inedita coppia, assieme al creatore del robot Newton Crosby (Steve Guttenberg), cercheranno di sfuggire ai tentativi della NOVA di riprendere possesso del suo prototipo.
UNA FAVOLA ANNI ‘80 CHE HA ISPIRATO IL CINEMA MODERNO
Dopo il grande successo ottenuto da E.T. L’Extraterrestre, John Badham utilizza l’espediente narrativo del film di Steven Spielberg (l’incontro tra l’uomo ed un’entità non umana) per raccontare sì una favola moderna adatta per tutte le età ma in chiave più comica (le gag qui abbondano). Il mestiere di certo non manca al cineasta britannico, che può vantare una buona carriera cinematografica e televisiva (è stato dietro la macchina da presa in show come The Shield e Heroes): questo lo si nota, oltre che nella regia solida dell’opera, soprattutto nella gestione delle sequenze in cui Numero 5 è il protagonista incontrastato (celebre è il momento in cui la macchina imita John Travolta che balla ne La Febbre Del Sabato Sera). Ovviamente la realizzazione delle scene con il robot, concepito da Syd Mead (il designer che ha lavorato in Tron e Blade Runner), non è stata semplice; tuttavia, tenendo conto che si tratta di un film del 1986, Badham e i suoi collaboratori hanno utilizzato i mezzi a loro disposizione (i movimenti del braccio di Numero 5, ad esempio, sono stati controllati da uno scheletro meccanico indossato da un tecnico) in maniera ottimale.
Il film, che narra le vicende di un robot senziente, ha influenzato grandi pellicole, soprattutto negli ultimi anni: se il design del robot del lungometraggio d’animazione Disney/Pixar Wall-E è quasi identico a quello di Numero 5, la caratterizzazione di uno dei personaggi più memorabili della fantascienza recente, il Chappie del lungometraggio di Neill Blomkamp Humandroid, deve moltissimo al main character di Corto Circuito.
Per i nostalgici della commedia americana anni Ottanta inoltre sono presenti nel cast due attori molto familiari: stiamo parlando infatti di Steve Guttenberg e G.W. Bailey, rispettivamente l’agente Mahoney e il tenente Harris della fortunata saga di Scuola Di Polizia. Nonostante un sequel del 1988 dimenticabile, Corto Circuito rimane un classico che, per gli amanti della fantascienza e di un modo di fare cinema che sta ritornando prepotentemente in auge, bisogna assolutamente recuperare.