Basses di Félix Imbert, prodotto in Francia e della durata di 23 minuti, è uno dei corti presentati in anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs 2018, nell’ambito del 71° Festival di Cannes. È disponibile in streaming gratuito fino al 17 giugno su Festival Scope.
Siamo verso la fine dell’estate. Sono le 6 di pomeriggio. Logan si ritrova con il suo migliore amico Theo, che è appena uscito da un trattamento sanitario obbligatorio. Il ragazzo è stato sotto osservazione per due settimane come conseguenza di un preoccupante episodio. Prima che la madre di Theo arrivi, i ragazzi scappano al più grande rave party cui siano mai stati. Logan comincia a pensare che l’amico sia cambiato, anche se fatica ad accettarlo, mentre la lunga notte prosegue con una fuga tra le montagne, alla ricerca di una festa irraggiungibile.
Il cortometraggio di Imbert, in un’operazione non facile, cerca di condensare le tematiche che definiscono il genere del coming of age in una ventina di minuti, e per farlo ricorre all’espediente simbolico della fuga verso il rave e – ovviamente – a quello della scalata di una montagna. L’idea non è originalissima ma potrebbe funzionare, eppure la messinscena non riesce mai a catturare veramente lo spettatore. Ogni cosa si muove in una direzione più o meno prevedibile, e l’impianto allegorico che dovrebbe fare da ossatura latente a tutto il metraggio finisce per avere un fastidioso sapore di retorica e, addirittura, banalità.
Imbert sa usare bene la macchina, e in Basses questo è evidente, ma se vuole crescere artisticamente deve sia sviluppare una poetica più personale sia ricorrere a sceneggiatori con più idee o esperienza. Il suo lavoro ha infatti tutte le ingenuità e le scelte pilotate tipici delle meno ispirate delle opere prime, ma con le giuste correzioni e un indispensabile chiarimento delle proprie idee, Imbert potrà distillare da questo lavoro un po’ mediocre le premesse per un futuro potenzialmente promettente.