The Orphan di Carolina Markowicz, prodotto in Brasile e della durata di 15 minuti, è uno dei corti presentati in anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs 2018, nell’ambito del 71° Festival di Cannes.
Il corto della brasiliana Carolina Markowicz ci porta nella vita di Jonathas, un orfano in età adolescenziale, che ha atteso vanamente per buona parte della propria vita di essere adottato.
Vediamo il ragazzo che si scambia confidenze con un’amica con cui condivide un letto a castello nell’istituto di cui è ospite; per quanto cerchi di non darle a vedere, sono evidenti tutte le sue aspettative e le sue paure. A essere evidente è anche l’effeminatezza del giovane, che non fa mistero della sua omosessualità, tanto da chiedere in prestito il rossetto dell’amica e avere ogni tanto ‘visioni’ de se stesso come una ‘diva’ in abiti femminili svolazzanti al vento.
Nonostante il carattere evidentemente forte e orgoglioso di Jonathas, la sua sofferenza – vero cuore del cortometraggio – emergerà in tutta la sua drammaticità all’annuncio di una prossima adozione. L’ennesima promessa di un futuro di accettazione, infatti, riporterà alla sua mente l’infelice esito del suo periodo di prova nella famiglia precedente, che dopo averlo accolto a braccia aperte decise di restituirlo all’orfanotrofio proprio per via del suo orientamento sessuale.
The Orphan (O Órfão) è un corto magnificamente girato e fotografato, nonostante qualche manierismo di troppo nelle digressioni concesse alla fantasia del protagonista. Cosa ancora più rara, il corto è magnificamente montato. Utilizzando infatti l’espediente di un diverso colore di capelli, che diventa indispensabile riferimento per una ricostruzione temporale degli avvenimenti, le scene dei due momenti della narrazione (cioè quello del fallimento della precedente adozione e quello della preparazione alla nuova famiglia) si alternano con un buon ritmo e un susseguirsi ben congegnato.
Quel che rende ancor più importante il messaggio sociale dietro lo short film, è il fatto che sia ispirato a una storia vera. Lo straordinario attore protagonista Kauan Alvarenga, infatti, all’età di 11 anni (nel 2015) divenne famoso per un video YouTube che diventò virale in brasile, in cui denunciava con grandissimo coraggio le angherie e i gravissimi episodi di bullismo e discriminazione che doveva subire ogni giorno nella sua scuola. Il fatto che i tormenti razzisti e omofobi che era costretto a subire partissero spesso da una presa in giro dei suoi capelli, dà un significato ancora più triste e perturbante al corto.